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Il tassista De Niro vive di (tram)busti e non tran tran(quillanti)

Il piacere lindo di un intellettuale violento la cui adorazione per Bob De Niro risiede in sacre visioni esistenziali del taxi driver a sé più liturgico in detergenza dalla feccia

Afferro il volante, faccio sì che schizzi e inondo la strada del mio corroborarla in libertà asciutta, azionando le marce con indole isterica a strafottenza delle ragazzine che spingo su clacson eccitato del trombarle in sorpasso metodico quanto il puntuale scheggiar le lor fiancate, così, incazzandosi più di come leccan i cazzi pneumatici dei lor ragazzi tamarri, odono soltanto, desolate, la rabbia impotente del mio fenderle sanamente a guarnizione slabbrata d’iroso urlarmi invano quanto le ho futuristicamente inculate meglio dei loro fondoschiena violati. Al che, sterzo di voluttà, su mia risata di (in)ferma (mal)sanità e, odorando il pestaggio del mio sgommar lor in front(al)e, fermo all’improvviso il mio veicolo e m’involo in mezzo a un chiosco graffiante l’odor cremoso d’un gelato da leccar come queste fighe usurate da troppi schifosamente appetitosi succhiotti. Ordino della stracciatella plasmata al pistacchio delle cosce della gelataia e, prima di posar il mio bacio sullo sciolto “colante”, le strappo i collant e colo sopra di lei di gel smagliante, farcendola a volontà di briose scaglie del mio scagliato al “frullato” su yogurt finale della spagnola su sua (dis)fatta profumata di zabaione in mio orgasmo pasticciato color zuppa inglese. Insufflo di caramello mieloso come la mia zanzara pun(g)ente in sue cosce al dente, ardendo agghiacciato da questo gelato appunto schiumoso. Raggrumandola dopo averla mangiata di stantuffo, pilucco la sua vanità da me fornicata prima e ora aromatizzando il suo liquido ancor caldo come la crosta(ta) del già sgranocchiato su mandorla bruciante di sua bagnata euforizzata. E, ficcandomi il cono in bocca, piramidale ancor lei sbava su grembiule smacchiato. Quindi, torno in macchina e pompo di altro volume, impiastricciando altre sventurate su mia irrefrenabile avventura “leccante”.

Firmato Travis Bickle, lo stronzo al (sesqui)pedale. Su taglio mohicano, salvo solo le prostitute sane, le altre van tamponate così come tampono i lor papponi.

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