De Niro tagged posts

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La vita è un Bag Man

Bag ManEcco cosa pen(s)o del mondo, prendetemi per un cinico, sempre meglio che diventar, come voi, un finto buono:

Ricordi che spaccan la memoria, fragili specchi d’ansietà risorte dal vuoto che intercorse nei frangenti limpidi di quel tintinnar, tormentato, tra un’infanzia lacrimante la pubertà pronta a destarsi esplosiva, un’adolescenza onirica, nel viaggiarsi contemplativi, turbati, riflessivi, romantici, avvolti, (in)voluti, avvi(t)ati, (dis)attiv(at)i o iperattivi, avviliti e cinici, un’adulta età sempre sul chi va là, tremolando in stati bradi d’ebbrezza o ebbra-sa(l)via lebbra, poi malsana, (r)esistendo per non impazzire, per non sbriciolarsi, scarnificati, nella massa(ia) e nel lurido porcile dell’adattamento (s)porco, lercio, vanaglorioso, arrivista e (f)utile al cazzo di Nu(te)lla, ché...

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Dracula è un dead man, è un Ronin e vive altrove, non finirà…

Ronin

S’infervora ancora il cuore, cammino, corroborato di sogni coloriti, poi scolorisco, quindi in viso scurito e, tempestato da mille serpeggianti, abrasive incognite graffianti, non riesco a svagarmi, piangendo di reminiscenza in quel che non fu(i).

Ma non cambio, adoro la notte e il suo manto frusciante, l’odore scalpitante dei miei respiri sofferti, l’odore nitrente delle mie angosce scivolanti, le mie fantasie e l’estasi proibita del mio masturbatorio rendermi sempre svanito, nel vento, un uomo nudo che passeggia nel tempo, scalfendolo nei ricordi del mio cuore e nel fantasma che non c’è, passeggia cheto indietro e, bramandosi in tant’avventure, inventate anche, sigillato nei suoi crepuscoli, autunnale sparisce, ritorna in sé e ride, euforico s’emoziona e, fra una commozione, pure cere...

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No(i), siamo Ronin!

Ronin

Bandit(o) samurai, giovinezza di furore e intimi, irreprimibili ardori vs l’orrore della putrida, da spu(n)tar, vecchiaia fascista, oscurantista, cieca e ottusa, la vita bella contro la bruttezza del conformismo più restio alle innovazioni non be(l)ate

Sgommate, sgominateli!

Ed è nervo, e si sgelò la neve, “sommergendo” di pugnaci va(la)nghe marine l’oceanica ignoranza d’una massa arretrata ché tanto “virile” pugnalarci sferrò efferata e vilmente, stringo io il pugno a cap(itan)o dei (ri)belli, spaccando gli argini dell’omertà più abietta di tal pecorine be(l)anti, dell’ipocrisia tanto van(itos)a quanto, invano, nel tentativo fallace, effimero e mortificante d’annichilire una giovane coscienza lucida e rinascente, “falciandola” in modo fall(it)o, ancor tristemente insiste(tte) a c...

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Il tassista De Niro vive di (tram)busti e non tran tran(quillanti)

Il piacere lindo di un intellettuale violento la cui adorazione per Bob De Niro risiede in sacre visioni esistenziali del taxi driver a sé più liturgico in detergenza dalla feccia

Afferro il volante, faccio sì che schizzi e inondo la strada del mio corroborarla in libertà asciutta, azionando le marce con indole isterica a strafottenza delle ragazzine che spingo su clacson eccitato del trombarle in sorpasso metodico quanto il puntuale scheggiar le lor fiancate, così, incazzandosi più di come leccan i cazzi pneumatici dei lor ragazzi tamarri, odono soltanto, desolate, la rabbia impotente del mio fenderle sanamente a guarnizione slabbrata d’iroso urlarmi invano quanto le ho futuristicamente inculate meglio dei loro fondoschiena violati...

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Il cupo della mia vita, la coppola della malavita, i cap(p)i del mio (de)col(l)ato, la mia corona di spine

Tic tac

Tic tac

di Stefano Falotico

Ode alla nitida cupezza, oh, brezze, sospiratemi languide carezze a libagione dei miei fervidi brusii iridescenti del cuore, e anima rapisciti altrove!

Non so, in molti tentarono di cambiarmi, di cannibalizzarmi, di distorcere la mia vista affinché al tedio loro, camuffato in risate brillanti, ah ah, m’attenessi, soggiacessi, soggiogatissimo, al vile consumismo della carne avvinto, prodigo e mansueto, ah ah, ai loro programmi scoppiettanti, costernato ohibò, mi piegassi, ah ah, portatori solo di ansia, di lotta isterica, di mio nauseabondo ridervi a gracchiare la loro frenetica frivolezza...

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Travis!

Iris!

Iris!

Di come Travis Bickle, man on fire, li ammazzò uno dopo l’altro in uno spettacolo “aberrante”, di vendetta impressionante, marchiandoli a stigmata perpetua

Nel Mondo, nascono subito persone come me che, arrivate alla soglia già molto precoce della soglia percettiva, fermano la coscienza, apparentemente immobilizzandola, per approdare allo sterminio di sé catartico, d’una estrema unzione nel disintegrare la razza storpia dell’umanità sbagliata e sbadigliante, sempre sull’orlo omertoso del confessare le meschinità con ipocrite bugie ma poi mentirle, nel non pentimento di massa.
Dinanzi a un carro armato di profonda “atimia”, non puoi nulla. Quando affila l’arma, lo sterminio li devasta...

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Montecristo e Sleepers

Sleepers Padre Bobby

di Stefano Falotico

L’ultima, vendicativa fatica di Sisifo e la punizione esemplare del suo sleeper crollante…

Oh mio dilettevole, “giocondo” e frenetico cacciatore di anime. Siediti in “trono” dell’innocuo Giudizio, ossequia la giuria con un saluto dei tuoi da sorrisetto e “mazzolin di fiori”, beffardamente annuisci un “sincero” giuramento come da tuo impeccabile “stile”, accomodati e di tutta “grazia” ascolta, o meglio “ausculta” la mia arringa, rispondi pacatamente, senz’esser invaso da perplessità o incertezze, tu che mai tremi dirimpetto alla “liceità” legittimissima dei tuoi “amorevoli” atti (s)gradevolissimi.

Tranquillo, non hai nulla di cui temere, solo chi ha scagliato pietre colpevoli, di linciaggio ingiusto, deve cagar sangue, nell’a...

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