Fra lugubri stanzoni asettici, asfittico è il torpore del malessere cutanea-mente (o)scuro che, dal profondo nefasto quanto speranzoso del rifulgere in gioiose, nuove armonie, funesta quanto intenerisce e sprona splendente il gagliardo, gaudente spirito degli uomini apparentemente cupi, più vivi degli They Live nauseabondi e frivoli, avvolt(olat)i foschi-dementi in questo mo(n)do oggi rocker, domani melanconico come una fievole, calda melodia jazz che, sfregando immagini inquietanti di (sotto)fondo, cari (s)fondati (in)certi, irta ed eretta di cric-track-mind, irosa e rossa nel trasfonderci umana, cauta e lieve, ci inonda di letizia, invece, corroborante la nostra psiche, sempre anima(ta) nella mente vera e giustamente, appunto, vitrea nel lindor accecante del viaggio pen(sier)oso e talo...
Read MoreCategory Dracula
La fine, il nubifragio, l’ansia, la libertà mia che, sotterranea, s’è sempre alimentata di poesia espressa, cari repressi. Non opprimetemi, altrimenti (s)premerò.
Stringe! Il tempo, la vecchiaia. La nuda essenza, la paura, la fine. Un viaggio a ritroso, solfeggio, soffice nuoto fra le onde della mia anima poderosa, e piango, tumefatto da tanti orrori, rinsecchito, ischeletrito, guascone smorzato e non più libero. Scheggiato e in burrasca, strambo, mutante, in questo solito liquame sociale in cui tutti millantano e invero non sanno...
Fragorosamente rinato, dentro la mia poesia più fulgida… ri(t)mato, ondante fra mille umori mutanti, perso, vagabondo, viandante.
“Origami” di mio esser “androide” in tal mia nostalgia da Blade Runner. Ché rimpiango il tempo passato, non lo temo ma, dinanzi alle spettrali mentalità “odierne”, moderne d’orrido viver “dabbene” da mendaci, ferini, sferranti ca(r)ni, squagliandomi nei riflessivi, melanconici pian(t)i infernali d’un tormento ossessivo e a mio distrutto cuor disossato, angosciandomi spaventosa-mente, non so se m’incanto d’un altrove sognante oppur mi lustro d’una purezza magnifica. Incendiandomi di passioni dense e vividamente sanguigne, “weird” perché non adatto ai “contemporanei” nerd, ai lor “tristi temporali” da stronzetti sempre fiss...
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Essere-non essere un russo e “russare” non solo in Russia ma in Dracula a ma(e)stro dei suoi monchi, miei monaci e “dott(or)i”, questa è la libertà di vero “(av)or(i)o”
Basta coi paletti, d’altronde io sono l’Impalatore. A memoria imparatelo, miei “pallini” con le “palle”, combattei in guerra crociata contro i mori, miei viventi morti. E adoro i giochi di parole, in quanto eternamente giovane a differenza di chi, facendo(si) figli d’un Dio porco, “smadonna” appena la tanto “agognata” prole sbuc(ci)a in culo al suo (im)mo(n)do di vivere ché, se non partorisce altre puttan(at)e, non si sente a posto e in porcile.
Porcile uguale “adattamento”, uguale nostra (s)fottuta “normalità”, parimenti alla nostra micidiale (im)moralità...
Read Moredi Stefano Falotico
Alla psicoterapia, ho sempre preferito la poesia, Dracula e Fuga per la vittoria, io scelgo il mito, io scelgo la foll(i)a che mi acclama, un torbido spirar alla “spirale” delle “spie”
Conosco, al solito, una donna. Le porgo un occhio semi-asciutto in ammiccamento beffardo, forse sotto i baffi d’altre ce(r)n(ier)e delle beffe. E non l’arraffo, sol altro fegato mio “arruffato”, in un richiamo però sempre più appassionato. Spesso non m’arrendo, altre “da solo” m’arrangio. Ma se diventa “solido”, sì, “pene” di contraltare, Dio mi punirà per questi auto-erotismi “bestemmianti”, ma non ho sonno, pace di pece e son-non sono la bestia, lei è bella, eppur alle “pecorine” vostre non belo. E, nonostante “tutto”, son sempre più bello. Anche quando nel girotondo ballo...
Read Moredi Stefano Falotico
Da anni, con protervia e fine, intima arroganza, me ne fotto… sia dell’organza che degli orgasmi...
Read Moredi Stefano Falotico
Dracula è morto, Nosferatu è vivo e vegeto, evviva il grido silente dei potenti lupi dell’Est…
Ove la Trinità delle montagne, intersecate al dolor mesto dei guerrieri ombrosi, giacerà perpetua in nitriti foschi e floridi degli unicorni furiosi...
Read Moredi Stefano Falotico
Vengeance, colore nitido d’un ectoplasmatico profumo
Lugubre fantasma a raschio di gola inferta, sprigionante ansimo catartico, leggiadro punitore delle sconcezze al pudore, passeggiò a monito esuberante di sé a scannarli in poi sparir languido…
Uno dopo l’altro, abbarbicati a vetuste certezze, cagionatrici di panze orripilanti, festaiole in gran chiasso di carcasse già morte, asfittiche nel lor brindarsi allegre e paciose d’invero razzismo guerrafondaio se minate nel dubbio della pasciuta carnalità d’animali mai domi, creperanno! Che, con irriverenti risate, grufolando in gozzoviglie prone ai ludici, esornativi e abbellenti piaceri, tronfi della propria ghiotta cupidigia porca, versarono del malignissimo veleno ad anima di me ché espellessi la mi...
Read Moredi Stefano Falotico
Profezia millenaria del punitore carnale
La mansuetudine in me non abita, vergo liriche ossute di suffragante dissoluzione e, in tal schianto, m’abbarbico a furenti, ardentissimi quieti porti ove onirico bacio i paletti d’avorio ché, a demonizzarmi da vampiro, slabbrati verrete un(i)ti dal mio selvatico, irrefrenabile morso da invincibile licantropo. Sì, mi congiungo giugulare a un agguerrito giammai arreso in tane mie d’una tundra nera, nella Russia che dondol’armoniosa, Lucifero è me a sposa di Mina stuprata da indotto suicidio. E ombre macchiano il mio altero, ateissimo peccarvi, distruggere di nichilismo atroce con rintocchi avidi di sangue...
Read Moredi Stefano Falotico
Presto questo mio scritto comparirà in un libro, forse nella mia versione Necronomicon.
Nosferatu
Un cannibale che viaggia fra generose, sfoglianti follie. E piange le sue mestizie nell’imbrunire della strada. Come la vendetta nel mio nero mantello!
Irsuto, in tendini nervosi, si squamano le agonie, squalo in questa città che poltrisce...
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