Category Taxi Driver

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Il seme della follia, s(c)emi

Fra lugubri stanzoni asettici, asfittico è il torpore del malessere cutanea-mente (o)scuro che, dal profondo nefasto quanto speranzoso del rifulgere in gioiose, nuove armonie, funesta quanto intenerisce e sprona splendente il gagliardo, gaudente spirito degli uomini apparentemente cupi, più vivi degli They Live nauseabondi e frivoli, avvolt(olat)i foschi-dementi in questo mo(n)do oggi rocker, domani melanconico come una fievole, calda melodia jazz che, sfregando immagini inquietanti di (sotto)fondo, cari (s)fondati (in)certi, irta ed eretta di cric-track-mind, irosa e rossa nel trasfonderci umana, cauta e lieve, ci inonda di letizia, invece, corroborante la nostra psiche, sempre anima(ta) nella mente vera e giustamente, appunto, vitrea nel lindor accecante del viaggio pen(sier)oso e talo...

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Il tassista De Niro vive di (tram)busti e non tran tran(quillanti)

Il piacere lindo di un intellettuale violento la cui adorazione per Bob De Niro risiede in sacre visioni esistenziali del taxi driver a sé più liturgico in detergenza dalla feccia

Afferro il volante, faccio sì che schizzi e inondo la strada del mio corroborarla in libertà asciutta, azionando le marce con indole isterica a strafottenza delle ragazzine che spingo su clacson eccitato del trombarle in sorpasso metodico quanto il puntuale scheggiar le lor fiancate, così, incazzandosi più di come leccan i cazzi pneumatici dei lor ragazzi tamarri, odono soltanto, desolate, la rabbia impotente del mio fenderle sanamente a guarnizione slabbrata d’iroso urlarmi invano quanto le ho futuristicamente inculate meglio dei loro fondoschiena violati...

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Travis!

Iris!

Iris!

Di come Travis Bickle, man on fire, li ammazzò uno dopo l’altro in uno spettacolo “aberrante”, di vendetta impressionante, marchiandoli a stigmata perpetua

Nel Mondo, nascono subito persone come me che, arrivate alla soglia già molto precoce della soglia percettiva, fermano la coscienza, apparentemente immobilizzandola, per approdare allo sterminio di sé catartico, d’una estrema unzione nel disintegrare la razza storpia dell’umanità sbagliata e sbadigliante, sempre sull’orlo omertoso del confessare le meschinità con ipocrite bugie ma poi mentirle, nel non pentimento di massa.
Dinanzi a un carro armato di profonda “atimia”, non puoi nulla. Quando affila l’arma, lo sterminio li devasta...

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