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Rocca Calascio, Vintage spettro monumentale

roccacalascio 

Ove tu ti stagli, imponente, alta e arcigna, da lassù, sulfurea e “scricchiolante”, cerea e di marmo grezzo intagliato come diamante sopraffino, ci guardi ed esplori le nostre paure, “superstiziosa”, sei di mistica ascendenza secolare, abbarbicata fra rocce rupestri di maestoso splendor nostro penetrante. “Addobbata” solo dalla tua scabra, “glabra” trasparenza, t’affacci da lontano sul mare, abruzzese “statua” in monumento delle eclissi lunari. E ci (s)colpisci in vetta tua inarrivabile di fascino e suggestione suprema.

Da Ladyhawke a Il nome della rosa, sei stata la residenza fastosamente cinematografica.

Di notte, sappiamo, che mille e più fantasmi, a(r)mati nelle tenebre, abitan la tua torre e da lì si “diramano” lungo gli argini del tuo castello, scivolando nelle acque dei nostri mareggianti pensieri ombrosi e torbidi. Torva, tu, irraggiungibile, spettro d’antichi temp(l)i, brame e medioevali lame, baciar le tue lamine e par(e)ti, ci rischiara al chiaror enigmatico della Luna robusta e dei nostri interiori (l)aghi.

Accanto a te, nessun ramo, solo fantasmi e ragni.

E un altro fantasma, sperduto, ci chiede umilmente la vi(t)a.

Rocc(i)a, c’immoliamo incantati alle tue ginocchia, sdrucciolevoli.

 

di Stefano Falotico

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