di Stefano Falotico
Da anni, con protervia e fine, intima arroganza, me ne fotto… sia dell’organza che degli orgasmi...
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Da anni, con protervia e fine, intima arroganza, me ne fotto… sia dell’organza che degli orgasmi...
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Non credo all’amore, un sentimento secondo me costruito dall’uomo per portarsi a letto qualcuno, io porto il latte, essendo mamma(rio) di lupo da Cappuccetto Rosso…
…e Pelé di Fuga per la vittoria! Quella è figa(ta)!
Quelle son le “palle” della grandezza, miserabili!
Lo dichiaro sinceramente, “sentitamente”. Da anni vado via col vento, tramontando candido nei giorni secchi bisestili e disgustando quelle con la sesta, perché a una donna è sempre meglio l’arte suprema, la settima...
Read Moredi Stefano Falotico
Molta gente mente. Me ne son sempre accorto. Credo che tale buonismo, alla base del fallace cheto vivere ipocrita, sia solo un modo per farsi gli affari propri e, nel mentre da mentitori, far sì che in mezzo scorra il fiume arido e falsamente mai crespo. Così, le ire vengono acquietate e, nell’acqua placida, però rispunterà il revenant atroce. Che non è stato sommerso dalle bugie, dal bisbiglio omertoso di chi volle sedarne la coscienza per seppellire il delitto truce.
Un ribollio morbido, morbidissimo che per anni poltrì e, nuovamente colpito a sangue freddo, non più si zittì ma di rabbia feroce dagli abissi riemerse veloce...
Read Moredi Stefano Falotico
Da anni, lo dichiaro a gran voce, senz’alcuna vergogna, denudandomi delle vostre ipocrite foglie di “fighi”, son in lotta agguerrita, cacciatrice, spietata e spericolata, contro una famiglia di pazzi scatenati, che patì quanto ancor patirà la mia ferrea e sferrata, invincibile morsa attanagliante, ad asfissiarli nel muro omertoso del loro esecrabile crimine più efferatamente peccaminoso, l’aver violentemente e “deliberatamente” voluto leder la mia anima, (in)nata d’integrità amante della vita alt(r)a e a lor scagliata (dis)armante ma sempre più inferocita dinanzi al lor crudele, ma mai come me, ribellandomi, così cattivo, avventarmi già prima dopo che il misfatto bianco tal miserabili commisero e per di più poveramente (o)misero appunto, essendo biechi bugiardi della p...
Read MoreBarba e capelli, grazie, ai pelosi ci penso io, so come tagliarli!
di Stefano Falotico
Credo, sempre più fermamente, che le persone “pazze”, “cretine” e “fuori dai gangheri” siano le migliori, animatamente di dannazione…, non mano nella mano con l’accompagnatrice… “amano” ma son accompagnate a manetta di catene, perché troppo scatenate, spesso “ammanettate” sulla bestemmia inclusa, poi bocca chiusa e taci, previo denuncia degli ipocriti, sboccati solo in casa e sussiegosi col padrone leccandolo per non farsi passare da sbeccati non diligenti che (o)misero il becco nelle facce(nde) di merda, è tal parossismo a farmi… nel culo sull’esser preso nel colmo, più pieno e dunque svuotato di me non si può, è il colpo della strega a convincermene, e questa persuasione sempre più invoca la mia inna...
Read MoreIl celeberrimo racconto del sommo Poe, da me, Stefano Falotico, riletto dalla versione eccelsa della traduzione di Giorgio Manganelli. Una lettura corrugata nella mia roca voce ombrosa, lunatica ed enigmatica a richiamo, quasi spettrale e dal colore noir, di evocative immagini profumanti la cupezza del True Detective er(e)mitico di nome(a) Rust Cohle.
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di Stefano Falotico
Nonostante anni in cui mi son affaccendato a spacc(i)armi per comune mortale, stanotte, mi son recato da un barista già condannato giorno e sera ad assistere allo sfacelo di gioventù “imbucate” e bruciate nel biliardino d’una vita andata irreparabilmente a puttane e a culo, e ho sorseggiato i suoi occhi profondamente ammiranti la mia irrefutabile bellezza mirabile...
Read Moredi Stefano Falotico
Una maschera scoprì i crimini della società e, di sua già congenita, putrida nerezza, la offuscò
Con piacevole sollazzo, gaudio è il mio giorno che invoca lacrime di corroboranti nostalgie arcane. E nessuno proferirà altre bestemmie contro il mio Dio. Il Dio dei venti, delle barbariche notti mie silenti, ove intingo il mio corpo in abrasione ludica di come, parsimonioso, mi scaglierò sempre demonio contro chi invase, ad anelar superbamente, ah ah, di volermi infrangere, l’odore delle mie lune sacre. Qui, sono io, assieme ai lupi, a sbranarvi con fiera bramosità parimenti assassina e cruda, della stessa spietatezza con cui marchiaste, io vi renderò pan per focaccia. Azzardatevi ad azzannarmi e più forza mi donerete di rabbia inesausta...
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