di Stefano Falotico
Non credo all’amore, un sentimento secondo me costruito dall’uomo per portarsi a letto qualcuno, io porto il latte, essendo mamma(rio) di lupo da Cappuccetto Rosso…
…e Pelé di Fuga per la vittoria! Quella è figa(ta)!
Quelle son le “palle” della grandezza, miserabili!
Lo dichiaro sinceramente, “sentitamente”. Da anni vado via col vento, tramontando candido nei giorni secchi bisestili e disgustando quelle con la sesta, perché a una donna è sempre meglio l’arte suprema, la settima. E dal balconcino odoro l’odore acre eppur salubre del mattino da eremitico, perché sono solo mio e, immaginando sconfinatamente e privo delle vostre regole, vivo al confine nella mia casetta di rosse tegole e rustici tegami, cari uomini che a me parete solo strapazzate uova, non ho bisogno di sogni da fasullo Re Mida ma dolce m’assopisco beato nella notte di mio cinematografico gusto. Stian lontane le principessine sul pisello! Che adorabile solitudine. La mangio viva, mi spella, però mi fa più “intoccabile” e indubitabilmente bello. Non mi corrompo, nessuna corrosione, nessun compromesso, addio alle ipocrisie da gente falsa che va a messa e poi invece i peccati non confessa, sfruttando i “fessi”. Meglio il mio freddo. Artico, polare, transiberiano, russo e, se mi va, pure scoreggio. E non esco ma fuoriescono. Nel Cinema m’immergo con tatto e tocco sponde infinite di contemplazione onirica, fra Dio De Niro a cui ho dedicato un libro e il mio canto libero che non sei tu, perché rovino (in) Battisti, essendo oltre anche la collina dei ciliegi. Napoleone mi fa un baffo e forse sono anche per Bonaparte più alto di quel “grande” imperatore così guerrafondaio, quindi (che mi guardi dal) basso. Via di contrabbassi. Chitarrista, abbassa i toni, tu, gallina, non stonar col gallo perché il chicchirichì è troppo accent(at)o di ih ih finale da mia risatina sonante la musica della mia totale strafottenza da strano, (dis)umano animale dissociato e poco solidale con chi sbaglia le poetiche, elevanti strofe e dunque si merita come moglie una scrofa a cui “elevarlo”. Che vita bassa, che “sederone”…
Non sono un trombone né uno stronzetto, son il suono puro più eccelso ed evviva Bacco perché era il capostipite degli ubriachi, lontano però da voi sbronzi solo quando siete in branco. Il branco morde ma, presi uno per uno, ve la fate sotto e giù botte. Non valete un cazzo, dico almeno uno… Ti farò “violino” e “volerai” incantato a una musica scatenata di pugni tanto “suadenti” che poi, incatenato di mascella slogata, legherai non più con quella con cui lo sleghi ma, avendoti rintronato, regredito giocherai al Lego.
Sì, io e te non leghiamo. E fra l’altro non voto Lega Nord. Sono un secessionista però oltreché mondiale, universale. Perché da questo piccolo mondo di luoghi comuni vorrei sganciarmi. Ma succede che m’offendono e san solo bombe sganciarmi. Di mio, non resisto a quelle sexy. Dirimpetto alle loro autoreggenti, crollerebbe un reggimento, vado nel mio “cesso” e a stento lo scrollo. Ah, che pisciata storica. In faccia a tutti e a tutte! Degli uomini è meglio non parlare. Lavorano sodo solo per fottersi col ricatto del chi ha più soldi ha più “ricotte”. Meglio la sana torta di mele a queste malizie. Le donne? M’abbattono perché vorrei sbattermele ma per il cul mi pigliano e nelle palle “odo(rino)”, oh mio Dio, la botta fottuta? No, perché amo il battiscopa come Topolino di Fantasia, sì, altro che queste zoccole che voi chiamate gran tope. Si rattoppino prima di volermi acchiappare. Io sarò una schiappa, scopo eppure e tu invece sei solo uno scoppiato. Scopone scientifico. Chi ha il bastone? Dallo a me, mi servirà per la vecchia(ia) e per spezzarti le gambe. Da cui Gamba di Legno.
Questo sono io. Se non ti sta bene, troverai chi ti scopa. Poi, te la sposi? Dio vi fa e io v’accopp(i)o!
Evviva i pioppi, alberi del mio cimitero.
Tu, volevi beccarmi? E come fai? Sono il becchino. Da me beccherai solo le tombe.
Dell’amore e delle tue credenze da sciocco.
Che “tombola”, eh?
- Lei non si fa schifo? Non crede a nulla!
- Sì, mi faccio schifo. Credo a questo. Beccatelo! Ora, col suo viso deturpato dal mio pugno, ce la giochiamo di schifezze? Che dici? Caro fissato ossessionatissimo col “sesso”. Sei rimasto di sesso. Che crepa…
Sì, la mia vita è finita.
Ma non prima di mettere a posto un conto in sospeso con una persona…
Perché sia a mio padre che a me piace far girar le palle ai nazisti di “giravolte” alla Osvaldo Ardiles.
Quando incontri un genio, dichiarati morto.
Ora (pro nobis): morale della Storia.
Anni fa, una famiglia ideologicamente nazista, non tollerando la mia fantasia lontana dal loro (s)porco mo(n)d(acci)o, volle combinarmene di ogni per sbattermi in manicomio.
A un certo punto, usai la “classe”.
E, parato un rigore di tale “potenza”, io oggi sono uno scrittore, giustamente ancora libero, loro invece hanno solo un’unica adesso “debolezza”. Non vogliono suicidarsi per insistente paura e dunque (non) finire nelle casse.
Ecco cosa significa l’amore, questo fu suonargliele!
E fanno ancora più male. Sapete perché? Perché Fuga per la vittoria era già, prima del loro “macello”, uno dei miei film preferiti.
Quindi è una rovesciata eterna come quella di Pelé.
Con tanto di applauso del nazista e colpo di (s)cena.
Olè!
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