Category Clint Eastwood

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Gran Unforgiven, splendori incandescenti, (s)ca(n)denti, a denti stretti della vendetta più ascendente e non pacificante, ed è magica rinascenza

Eastwood

Atto d’accusa irremovibile, punitore, tremendo, un terremoto che, anziché affievolirsi, lievita di rabbia per levarseli una volta dalle pall(ottol)e.

Giran le “rotelle” di Clint contro i bulletti dal “grilletto” della “facile” ragazza angariata, abusata, ché osaron troppo nei confronti del suo timido arrossire pudico.

Impuniti…

Non sono sol piattole ma han mangiato nel p(i)atto inviolabile dello sconsacrare ogni lor “d(i)ritto”…

Lo stupro, il gesto più vigliacco, marcio, agghiacciante, sconvolgente.

Marchiata…

Sc(i)occante.

Una notte (pro)fonda, ove neanche un prete può evitare la giusta tragedia sacrosanta.

Uno “squittio” di palpebre, un “rossore” violento, l’apice della mistica adirata nel viso tirato d’un Clint superbo.

Un dolore irreprimibile e ...

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Il Cinema della vendetta, sei film che non mentono sul sentimento più antico dell’uomo: chi ha subito un torto inestirpabile, prima o poi torna sul luogo dell’assassino, e lo torce

di Stefano Falotico

Molta gente mente. Me ne son sempre accorto. Credo che tale buonismo, alla base del fallace cheto vivere ipocrita, sia solo un modo per farsi gli affari propri e, nel mentre da mentitori, far sì che in mezzo scorra il fiume arido e falsamente mai crespo. Così, le ire vengono acquietate e, nell’acqua placida, però rispunterà il revenant atroce. Che non è stato sommerso dalle bugie, dal bisbiglio omertoso di chi volle sedarne la coscienza per seppellire il delitto truce.

Un ribollio morbido, morbidissimo che per anni poltrì e, nuovamente colpito a sangue freddo, non più si zittì ma di rabbia feroce dagli abissi riemerse veloce...

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La foll(i)a è meglio! Gran Torino è un capolavoro! Chiamami Il cavaliere pallido

Barba e capelli, grazie, ai pelosi ci penso io, so come tagliarli!

di Stefano Falotico

Credo, sempre più fermamente, che le persone “pazze”, “cretine” e “fuori dai gangheri” siano le migliori, animatamente di dannazione…, non mano nella mano con l’accompagnatrice… “amano” ma son accompagnate a manetta di catene, perché troppo scatenate, spesso “ammanettate” sulla bestemmia inclusa, poi bocca chiusa e taci, previo denuncia degli ipocriti, sboccati solo in casa e sussiegosi col padrone leccandolo per non farsi passare da sbeccati non diligenti che (o)misero il becco nelle facce(nde) di merda, è tal parossismo a farmi… nel culo sull’esser preso nel colmo, più pieno e dunque svuotato di me non si può, è il colpo della strega a convincermene, e questa persuasione sempre più invoca la mia inna...

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Il western ove capisci che (non) sei morto, compresa la tua sessualità rispu(n)tata

di Stefano Falotico

Ultimamente, molte cose non vanno benissimo. Provo a tirar acqua al mio mulino ma imbarco solo un Sole già sbiadito che scoreggia fra nuvole del mio tramonto vicino al cam(m)mino bello che bruciato tanto quanto, avendo pochi soldi per vestirmi, la toppa in mezzo alle gambe che sta facendo fuoriuscire quel mio “arnese del mestiere” che, a contatto col fuoco, ardendo, mi sa che devo cucinarmelo perché le quaglie son ammuffite a causa del mio frigorifero senza luce.

Anche il “riscaldamento” deve prendere una “boccata d’aria”.

Eh sì. L’uccello va a f(r)asi alterne.

Sì, è troppo colto e, anziché darsi alle cagne per sfogliar le lor crostate millefoglie, sfoglia l’enciclopedia Treccani...

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La violenza umana, la scagioni ma tornerà sempre, così come è (in)nata

Contenti ora?

Contenti ora?

di Stefano Falotico

Tom Stall, racconto d’una tetra inquietudine innata, inguaribile violence all’origine sconfinata dell’animalità umana…

Chi è Tom Stall? Nelle sue movenze, prima dolci e intonate al gusto conformista della società, risiedono le sue iridi, la psiche inconscia a marchio tatuato di ciò che nacque, indelebilmente incurabile. Perché vige, nella trasmutazione di Viggo, una pacifica indole mortifera, lunare come la crespa onda d’un oceano naufrago del sempre memore suo altero, uterino essere. Dondola, si placa, e apparentemente quieto si plasma a compiacenza ruffiana come tutti, camuffandosi dietro una parvenza savia, che invero lo lede nell’anima(le)...

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Gli auguri di Natale di Clint Eastwood contro ogni cafone sceriffo

Sono cazzi tuoi

Sono cazzi tuoi

di Stefano Falotico

Il “regalo” natalizio di Walt Kowalski, reduce del Vietnam in ozio violento e stizzito dinanzi agli stronzi che la combinaron sconcia ma a cui donerà il vischio delle lor anime avvizzenti

L’alba, orgogliosa e tumefatta già di mio non pentimento, sovrana in alto dardeggiante “scalcia” e io, inorgoglito”, sputacchio “lucente” nel piatto dei ruffiani che sputtano, osservandoli mentre di “goliardia” ribalda s’azzufferanno per donnacce galline da uccellini che le unghie si smaltano su miei “apatici” occhi giammai stanchi, indolenti forse, eppure non in cancrena e presto a incatenarli, scatenando altro pandemonio e punendo il lor recidivo “vizietto” da presto puniti “diavoletti”.

Il prete mi benedice ma io gli auguro una ca...

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Amore è un cimitero, un cervello o un cervo senz’uccello ma con le corna in testa?

Così è!
Angelicata? Sia mai la Maria!

Angelicata? Sia mai la Maria!

di Stefano Falotico

Ella s’intirizzì, il mio cavallo s’imbizzarrì e rizzo fu al lazo preso di vol(t)o arrossito.
Spomp(in)andomi, nel cimitero infilai la mia crucis. E l’ambulanza mi salvò dalla puttana in calore.
Prima che seppellisse il mio cadavere assieme al suo, da an(n)i andato già nella tomba peccaminosa senza romanticismi e mimose, si toccò ove, senza pudore, la mostrò al corteo dei piangenti, vicino ai c(ipr)essi. E la incipriò.

Tornai al cimitero e regalai al becchino un “bocchino” della vedova. Quella era mia moglie.
E questa è una stronzata necrofila ma che sa il “cris(an)t(em)o” suo.

M’apparve infine un cer(v)o, aveva una brutta cera perché anche lui fu trasformato in Bambie dalla gatta morta.
La vita è una (...

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Rec-conto, eh eh, teatrale, istrionico e bifronte mia spaziosa su sparizione del riapparir da dietro le quinte

Occhi di gatta morta?

Occhi di gatta morta?

I lugubri, suadenti fantasmi del palcoscenico fra “illustri luminari” di spettacolini teatrali “lungimiranti”, a pel di ragno va l’orologeria scandita dei mostri a viso scoperto…

Nel bel mezzo della fosca nebbia d’una città “ubicata” nelle arredate sue pendenti torri, un uomo “nero”, di tanto (s)fregio, ferisce (in)disturbato per dar turbamento al “gran” spettacolo di là prossimo. Bardato nella sua Luna piena, quando scende la sera e tutto il dramma par rasserenato, egli “allarma” o meglio avverte dell’oltraggio ricevuto, “donandosi” a chi, i vigliacchi e fuggitivi, metton in scene oscenissime i propri obbrobri con sibillina acustica della cornetta, e dunque della “esimia” cornuta.
Il “fantasma” senza volto, e d’identità ben c...

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Un fantasma è apparso nel saloon cattivo

Clint, nella sua carrozzeria arrugginita ma secca da Gran Torino, non dimentica la vendetta!

Clint, nella sua carrozzeria arrugginita ma secca da Gran Torino, non dimentica la vendetta!

di Stefano Falotico

Leggende maculate nella pelle di cuoio d’un glaciale, freddissimo Clint Eastwood che, dal profumo innervante torpori alati del suo revenant sconsacrato, sigillò a noi la punizione estrema, la più esemplare…

I corvi gracchiano, i cieli imbruniti son stanotte scolpiti da “balorde” nuvole d’una epica ritorsione.

La malefica crudeltà odo che vendicata sarà. E gemeremo tutti, modellati al comando d’una onnipotenza biblica, ritornata da vetuste stagioni oniriche ch’assediammo per macchiarle con la nostra immonda vanità...

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Io non dimentico! Mi vendico!

Sono William Munny

Sono William Munny

di Stefano Falotico

Io non dimentico, mi vendico!


Il Tempo dell’afflizione mi squamò d’ilarità rabbiosa

Nubi di risentimento, rancore che s’incendia, m’eclisso e svengo, vago in cammini alter(at)i e fervido è il Sole dorato. Pioggia, tu mi lastricasti d’angoscia, mi spensi e in te, mia amata uccisa, trovo il Cuore rinforzato, proprio nell’omicidio che il mostro t’ha perpetrato.

Attrazione, vil danaro che spendi in troie, mio amico che baci lune di te perverso e cannibale. Vivila, sei così che te la godi. Ammazzami, se ti riuscirà, perché il mio fuoco arde ed è pulsione detonante. Non mi fermerai, sono qui ad azzannarti...

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