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Grosso guaio a Bologna: il David Lo Pan di Via Zanardi e la leggenda di Villa Clara

Villa Clara

Eh sì, il mitico David Lo Pan di Grosso guaio a Chinatown. Come dimenticarlo? Uomo millenario che vive nel sottosuolo, e su cui incombe una terribile maledizione. Da tempo immemorabile langue in uno stato fantasmatico, e sogna di reincarnarsi nell’uomo che fu, riacquisendo il proprio corpo, smarrito nell’ectoplasmatico suo vagare tormentato da vecchiaccio stregone malvisto da chiunque.

Ecco, in una laterale di Via Zanardi di Bologna, abito io e, debbo ammettere, che per moltissimo tempo scivolai in una dimensione spettrale, evanescente e impalpabile, liquidamente diabolica.

Afflitto da forti stati depressivi, nel silenzio quasi tombale della mia sepolcrale dimora, dalla mia terrazza ammiravo i cipressi dei parchetti circostanti, in una condizione mortifera della mia anima remota dal piacere più vivo. E vivevo di leggende e fantasie, sogni mostruosamente tanto grandi da farmi perdere il contatto più viscerale perfino con l’altro sesso.

Ma poi m’innamorai di una ragazza bionda dagli occhi verdi, quasi azzurri come lapislazzuli incastonati nella marmorea sua beltà irraggiungibile. E, baciandola intensamente, compenetrandomi, arrivando a sanguinare di passione con lei, di colpo ringiovanii, come David Lo Pan, ma anche come Gary Oldman del Dracula di Coppola.

Di ragazze italiane con gli occhi verdi ce n’è a bizzeffe, ma donne cinesi no. Le donne cinesi hanno gli occhi a mandorla, ovvio, ma le loro iridi è pressoché impossibili che siano pigmentate di verde o azzurro. E, se lo sono, il padre e la madre non sono cinesi. E dunque loro sono un incrocio di razza un po’ bastarda.

Quello che voglio dire è che uno può anche ordinare cibo saporito e piccante dalla rosticceria cinese ma, se è depresso, diventerà un pollo al limone o un gamberetto in salsa agro-dolce, precipitando in una senescenza, anzi, senilità precoce da gelato fritto.

C’è sempre tempo per deprimersi e invecchiare nell’anima. Poi, non siamo mica in Cina. Se amate le donne con gli occhi verdi, sapete quante ne potete corteggiare? Roba che poi uno muore non di vecchiaia ma di sconfinata, goduta giovinezza. Eh eh.

Comunque, a tal proposito, voglio raccontarvi una macabra e assai inquietante storia.

Avrò avuto su per già sedici anni, ed ero in pieno turbamento ormonale-adolescenziale. Sì, lasciando stare la ragazza coi capelli verdi di cui v’ho accennato, che mi aprì a molte gioie, una notte feci un incubo.

Dovete sapere che, vicino a Trebbo di Reno, frazioncina dell’estrema periferia di Bologna, al numero 449 proprio di Via Zanardi, via lunghissima che arriva sin là, c’è Villa Clara, un fatiscente chalet diroccato su cui aleggia da tantissimo una leggenda. Si dice che la figlia di un ricco uomo, Clara appunto, fu schiavizzata dal padre e poi rinchiusa in una delle stanze segrete di questa magione. Ove morì asfissiata. E che, se ci si addentra in quest’abbandonata costruzione, di notte si possa udire il suo fantasma che, vagando senza pace nell’eternità, piange e si lamenta.

Ecco, un tempo questa casa maledetta ospitò, almeno così si dice, alcune piccole sette sataniche che qui si riunivano per celebrare messe nere. E quelli del quartiere mi dissero che una volta fu sacrificata una bellissima ragazza dai capelli verdi. Tale orrendo crimine non è mai stato appurato, e io sognai, nel mio incubo, che un Jack Burton/Kurt Russell di turno salvasse la ragazza dalle grinfie del suo mostro. Ma forse il vero David Lo Pan, che non è quello del film e nemmeno io, nient’affatto, ancora circola a piede libero per Bologna, ed è pure più bello e giovane di quando commise la sua scellerata efferatezza. Chissà.

 

di Stefano Falotico

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