0

Anche i bovari assassini han paura di un loro riflesso boia e del buio più pest(at)o

Il cimitero dei freaks

Il cimitero dei freaks

di Stefano Falotico

 

Arcigno, tetro, impetuoso, famelico, quattro aggettivi poker che delineano i miei lineamenti spirituali, a tonante vendetta abissale, (d)istruttiva, scalfente ogni altro delitto “bianco”

Sto sottilmente spiando i movimenti, assai prevedibili fra l’altro senza bisogno che piazzi delle “videocamere” psicologiche nel suo cervello bacato, pazzo su mia intuizione infallibile, dentro l’anima, usiamo quest’eufemismo per umanizzarlo, di un “perfetto” criminale, tanto scrupoloso in tutti i minimi (det)tagli dell’infierir ferite ostinate e “recidive” all’altrui guancia, da “solleticar” il suo atrocissimo sdegno e (di)segno “marchiante”.

So bene che si sta di nuovo impaurendo, è stato l’usignolo dal “balconcino” della sua puttanella a ravvisarmi che tal malfattore, “rinsavendo”, adesso trema fagocitato di carne in sé raggrinzita, sbudellata dal timore denso e palpabile che l’assassinato, invero più vivo che mai, sia risorto dall’omicidio inflitto e lo perseguiterà proprio a morte nella scossa invisibile sulle percosse sue inascoltate, d’acuminate mosse parimenti “strategiche” alla ragnatela che tese per una trappola or ritortagli contro, in quanto si è improvvisamente miniaturizzato da topo, barricato di spavento tra quattro mura tanto asfittiche. Vero?

Squilla il telefono, un’altra offesa “incendiaria” ma la calma è un dono che ho imparato dal Diavolo più congiunto all’angelica vengeance del demoniaco persistere e, di tensione rabbrividente, incuter ancor più in lui “a tornio” la morsa. Prega, scongiurando la tragedia imminentissima, ma Dio è mio amico, ha dimenticato un altro particolare e, nelle mandibolari urla sue “silenziose”, è (in)conscio che perirà nel trafitto suo cuor d’animale.

Alcuni anni fa, con oculatezza e monito altero, già fu “allarmato” da quel che (pre)meditò potesse avvenire. “Svenevolmente”, finse delle scuse per poi da vigliacco fuggire “sgattaiolante” e poter attaccar con più subdola dolenza quel che sempre gl’apparvero come mie “dormienze”. Ma, dalla sonnolenza, può risvegliarsi il tuo incubo peggiore, un nightmare sotterraneo d’insonnia gastrica, di fegato macerato così quanto il nemico “ucciso” è tornato agguerrito a notturno annusarti.

Si rifugia al “calduccio” delle lenzuola, però “rintoccan” le sue “membra” infreddolite al ritmo del cardiopalma più raggelato. Si “straccia” la pelle e contorce le sue intestina, divorato da un senso di colpa macellante. Eppure, tal intirizzimento, non attenua il suo rizzar a irto gemer d’agghiacciante tremolio che grida (in)vano. Ma non era costui un vanesio pavoneggiante, prodigo alla “cultura” meritevole d’una vita “pacata” ché chi “guadagna” s(ucc)esso e culi è quel più scaltro nella furbizia “mascherata?”. Non era costui, il cui nome non nomino per “carità”…, un borioso strafottente di “classe sapiente?”.

Tutto calcolò nel suo piano…, ah ah, infatti lo soddisferemo e creperà lentamente a infamie che (pro)tese.

Davvero geniale come suicidio annunciato…, no? Stringiamogli la mano, non attenuiamo la mannaia che il “mannaro” “accollò” nel fallito… tentativo di decapitar un altro non “goloso” delle sue porcate.

Ma come? Non festeggiava eterno di gran “generosità”, “spifferando” sul glande “damerino” in bocca “gelatinosa” da schifoso platinato e “dolce” glassa ciucciandole? “Piacente” al tatto, “saporito” a “lievitar” d’ambizioni sfrenate, inculante tutti e tutte nel borioso “ardimentoso”, sadico ad alimentar reazioni rabbiose immolate a sventrare per onore del suo ment(o)re in tanto goder da matto…

Ha mai giocato a scacchi? Un brusco sterzar d’arrocco e finisce lui come un allocco, ben (in)castrato d’egual “leguleio” inganno. Oh mio bel cane, non è che finirai scannato?

Morale del nostro criminale mostro analmente analizzato:

Colui che testardamente insiste, potrebbe morire senza testa. Detto anche un cannibale dai canini aguzzini di stesso aguzzo.

P.S.: mai dire gatto se hai incontrato un lupo.

Insomma, mai dare dello stupido Snoopy a Superman.

Potrebbe togliersi gli occhiali e spaccare le lenti della tua miopia.

Ciao. Voglio farti un favore. Ho già telefonato anche alla Certosa, ti risparmio la spesa per la tomba. Ne ho trovata una proporzionata alla “piramide” gerarchica del tuo (s)ragionar in vetta a tutti. Una volta là dentro, non ti preoccupare. Nessuno sentirà il tuo silenzio. Il becchino è mio amico, gli ho chiesto di portarti dei fiori a San Valentino. Evviva il morto!

Buonanotte…

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>