“Siringa” in giugulare recisa, adombrata nostalgia che svaga “daltonica” o in bianco e nero
Di pazzi è stracolmo tal Mondo d’inetta volgarità, pedissequamente perseguitano, feriscon taglienti e mordon il tuo universo emotivo, spranghe psicologiche, tremebondi circonvoluzioni radicate a tuo stanco martoriarti, spellato crolli, isteria ti domina e svieni, cadi in stato di trance, sì, tranciato nell’anima già sparita una volta, adesso a espiar caduca, imbrunita respira un istante e poi “vien” rasserenata sol da brezze scandite in tenui sospiri per una felicità (in)esistente, giammai sarà. Ingiallito, stai colando rabbia, s’aggrappa a un mellifluo illuderti ma, incisivo, il Tempo non cambia, peggiora e deperisci già smorto.
Avvolto da un nitore che si sbianca a tuo viso evanescente, giaci sottile in un urlo tanto adamantino quanto di “Diamine, cazzo!” esclamato a membra non udite. Nessun ti sente, batte la gioia per un frangente, sei franto, sperma caldo ma gelido (nono)stante, il resto son stralci, vanità perpetua mai ad attraccar in un non dove che, soffocandoti, goloso lecca le ferite, non godi, scopi di fantasia ma forse l’immaginazione è tutto, te ne giovi, ne sei soggiogato, burattino e marionetta, a fili di rasoio e rasoiate incastrate e rasate nei doppi tagli caudini del solito, insuperabile circoletto vizioso. S’innesca sempre, vaffanculo. Prenditi una puttana, noleggia il tuo cazzo per un po’ ma servirà un’inculata per sopperire alle tante tue…?
Dal colorito “acrilico”, svieni, ti ravvedi, “polistirolo” di pelle umana, ombra sfuggevole nel senso della vita che gli altri non captano né capiranno mai.
Tingi le nubi di arcobaleno ma a questi appare scialba. A me sembra una bionda dal buco nero, detto anche nebulosa per cataclismatico, scalmanato “razzo” esplorante l’immensità. Ameno o bombardiere? Attento a non metterla incinta, proteggi il pisello con stantuffar “protetto”, succhia le tette ma contieniti, ci potrebbe scappar un figlio. E poi chi ti dà i soldi per le belle bomboniere? So che è un bocconcino ma gustalo di “bontà”. Non incattivirlo e castiga quando schizzerà. In aria, mi raccomando.
Ambiscono a carpirlo, a inchiappettarle, rimangono tanti “trionfi” ma il tonfo dove me lo ficcano? Sapete dove state? Nel plof e tutto è un (tram)busto, tran tran(s) e un viados alberato che ride contento come la befana di tua madre. Svoltò in un’altra sessualità, chirurg(i)a plastica o figa in filigrana? Secondo me, spesso infilata di sana pianta ma l’importante è piantarglielo senza “fioretti”, ché son fiorellino quando faccio il buono, tua madre è ancor bona e va in sedere “stringato” valorosamente badly. Col cazzo che tieni (d)ritto, tienilo a ba(n)d(ier)a, anche penzolando da un orgasmo all’altro, regalandole zucchero filato da Babbo Natale e una barba “terrorista” da talebani per un suo parsimonioso an(n)o nuovo. Inaugurato dal gatto (San) Silvestro, smielato come il canarino, “pulcino” cresciuto ben di pen impennato a uccellone. Tua madre tracanno, un altro cane sarà dalla sua, enorme scannato. Voragine! E così va la vita “svolazzante”, fra una buca a “biliardo”, il fegato e la bile da bruco, il fiele e “Calmo con le mani”, la dinamite sul pepe del pinnacolo e il carbone nel cam(m)ino. Insomma, dammi tua figlia perché è più figona della matrona.
Il patrigno la consolerà di Ave Maria e codesta darà a Cesare l’aureo suo deflorarla in fiamma, firmante pompante, “poppanti” a raccolta delle (v)u(l)ve. Dateci a più non potete. Dai, impotente, sguinzaglia il papillon, accollalo ché sgorghi a gole solari(s)del colartelo. Incolla la fotografia di Sandra Bullock e masturbati sulle tue gambe. Questa è happiness. Voli basso ma vale il prezzo del biglietto questa di gran pezzone. Non è che Sandra però è (s)pezzata? Che space odissey poterla avere. Non essere avaro, sii a Sandra alveare. Vero!
La verità è che (non) la vedi benissimo. La trombasti da demolition man, adesso ce l’hai ibernato. Neanche Sandra può sghiacciarlo, non ci saran gravity che terranno. Sta colando a picco e strabuzzi gli occhi a orbite per quel culo spaziale.
Detta come va detta, daglielo e non pen(s)arci su due volte. Solo una botta.
Poi, di gas, svuota da benzinaio su un’altra attrice di Hollywood.
C’è sol l’imbarazzo della scelta. Nasce una “stella” ogni dì, perdindirindina.
(Stefano Falotico)
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