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Cosa pen(s)o della vi(s)ta?

E qui, ancora mai acchetato, disancorato, salvo per miracolo nei miei tanti saltellanti oracoli senza falsi oroscopi e invece guardandola al microscopio in mezzo ai miopi-microscopici, stroboscopico mi scop(r)o, fraudolento al pensiero mio nauseato da questo mondo di bugiardi, “cresciuti” nasi, dunque di nani, un mondo onanistico, ombelicale, che si fa le seghe da sol(d)i, ammira attori che non valgon una mia “povera” lir(ic)a e plaude il “gigantismo” della solita, stolta, “assolutista” mentalità fascista, perdendo ogni orizzonte dei vari punti di vi(s)ta.

E non c’è verso… mai più poesia, solo (scorri)bande di gente capitalistica che decapita colui che, a “tiro” lor di cazzi per la teste cap(r)e, fra i lor “testicoli” capiterà, in tal tessuto teso senza scampo a nostro discapito in mezzo a ta(g)li(anti) caporali marcescenti in (ab)battente “marc(h)iarci”, non facciam testo, attendono e ancor violentano gli indiani fra le tende. Scalpitano, tal fascisti, affinché ogni uomo “diversa-mente” sé stesso s’adatti allo scal(p)o del non potersi nemmeno avvalere della vendetta “boomerang”.

Bang, un altro sparo, spariamo… spiriamo, s(com)par(s))i, miei (im)pari, m’urlano, a vis(t)o aprente e ad altri (af)fini miei invisi “aperti”, un “impara(te)!”, voglion che, (sotto)mettendoci, (dis)impariamo. Loro son gli “imperatori”.

 

Noi, i puri, non appariamo ai lor occhi e dunque, per quanto possiamo stringer i denti, non potremo mai, da già “tagliati” e accecati, non accettati eppur recisi dalle efferate, brutali accette, viver per una giustizia del dente per (per)dente.

Al massimo, possiamo tener soltanto tutto dentro, (in)castrati nei ricatti di chi, cane sventrante, fotte un’altra gatta nel “ventre”, sempre ricattandola col “mantra” di noi (s)fottuti a sangue nell’omertà del silenzioso “ment(i)re”, noi siamo gli accattoni e ci “raccatteranno” in questo “barbone” stato sociale, “vincente” a “comando” dei fascisti barbosi ché, però, issan le lor noie a “statuto” del triste, (im)battibile status quo. Ci grideranno solo “Stai buono!”. Loro sono i “buo(n)i”. Dunque, appiattiscono ogni moto ribelle, ogni rivendicazione di noi da lor morti…

Tutto qua!

Questa è la vita di merda/e.

 

di Stefano Falotico

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