Fra lugubri stanzoni asettici, asfittico è il torpore del malessere cutanea-mente (o)scuro che, dal profondo nefasto quanto speranzoso del rifulgere in gioiose, nuove armonie, funesta quanto intenerisce e sprona splendente il gagliardo, gaudente spirito degli uomini apparentemente cupi, più vivi degli They Live nauseabondi e frivoli, avvolt(olat)i foschi-dementi in questo mo(n)do oggi rocker, domani melanconico come una fievole, calda melodia jazz che, sfregando immagini inquietanti di (sotto)fondo, cari (s)fondati (in)certi, irta ed eretta di cric-track-mind, irosa e rossa nel trasfonderci umana, cauta e lieve, ci inonda di letizia, invece, corroborante la nostra psiche, sempre anima(ta) nella mente vera e giustamente, appunto, vitrea nel lindor accecante del viaggio pen(sier)oso e talo...
Read MoreCategory Edgar Allan Poe
Il celeberrimo racconto del sommo Poe, da me, Stefano Falotico, riletto dalla versione eccelsa della traduzione di Giorgio Manganelli. Una lettura corrugata nella mia roca voce ombrosa, lunatica ed enigmatica a richiamo, quasi spettrale e dal colore noir, di evocative immagini profumanti la cupezza del True Detective er(e)mitico di nome(a) Rust Cohle.
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Poesia
- Tamerlano (Tamerlane) (1827)
- Canto (Song) (1827)
- Sogni (Dreams) (1827)
- Spiriti dei morti (Spirits of the Dead) (1827)
- La stella della sera (Evening Star) (1827)
- Imitazione (Imitation) (1827)
- Stanze (Rooms) (1827)
- Un sogno (A Dream) (1827)
- Il giorno più felice (The Happiest Day) (1827)
- Il Lago (The Lake) (1827)
- Sonetto alla Scienza (Sonnet – To Science) (1829)
- Al Aaraaf (Al Aaraaf) (1829)
- Romanza (Romance) (1829)
- Al fiume (To the River) (1829)
- Fantasticheria (Fairy-Land) (1829)
- Elizabeth (Elizabeth) (1829)
- Acrostico (An acrostic) (1829)
- Solo (Alone) (1830)
- Ad Elena (To Helen) (1831)
- Israfel (Israfel) (1831)
- La Dama che dorme (The Sleeper) (1831)
- La valle dell’Inquietudine (The Valley of Unrest) (1831)
- La città nel mare (The City in the Sea) (1831)
- A Peana (...
I delitti della Rue Morgue
Quale canzone cantassero le sirene, ο quale nome si fosse dato Achille quando si nascondeva tra le donne, per quanto imbarazzanti, non sono al di là di ogni possibile congettura.
SIR THOMAS BROWNE
Le facoltà mentali che si definiscono analitiche non sono in se stesse molto facilmente analizzabili. Le possiamo apprezzare soltanto dai loro risultati. Quello che ne sappiamo è che per chi le possegga al massimo sono una delle più vive fonti di piacere. Come l’uomo forte gode della sua forza fisica e si compiace durante gli esercizi che mettono in azione i muscoli, così l’analitico coglie il suo momento di gloria in questa attività mentale la cui funzione è risolvere. Trae godimento anche dalle più banali occasioni in cui possa impegnare il proprio talento...
Read Moredi Stefano Falotico
Posso considerarmi un eletto, uno che della nausea ha fatto diletto, predilezione di notevole impatto alla mia ansia vivente brade astrazioni per non concimarmi con un Mondo di reietti. Tutti vermi, strisciano plastificati, si concian il visetto di trucchetti, poi struccano chi credon debole, addobbandolo di “dolci sguardi come stelle appassite dell’albero di Natale...
Read MoreFirmato Stefano Falotico
La più grande storia horror mai raccontata: se stai indigesto a chi ti giudica “diverso”, spezza la normalità presunta e ungila con graffi, unghie, arti(gli), sputi e pugni
Una società sempre più intollerante, boicottante, armeggiano di maldicenze, superstiziosa come poteva essere durante i periodi più bui dell’Inquisizione, ove si bruciavan le donne “indigeste” nel “recluderle” a fiamme di peccati tutti inventati. L’oscurantismo s’è accresciuto e qui io vi narro l’abominio partorito dalla mente dei più orridi dementi, capeggiati da un losco “capobanda” che ne riceverà tante. Vedi? Anzi, senti? Fa anche assonanza e, sonante, va il rumor del tuo tremare già sprofondato...
Read MoreFirmato Stefano Falotico
Cantore delle solitudini di miei candidi cantici, creatura ombrosa a fragor perpetuo dei rifulgenti flussi vitali
No, per quanto “astinente” da un Mondo pernicioso, nessuno m’ha vinto. Osarono in tanti a sfidarmi, anelaron ad ammazzarmi, ché mi disossassi in cortei funebri d’imbastire un me “morto dentro”. Ma preferisco l’angoscioso solleticare i profondi ritmi isterici, sguaiati dello sbranar me stesso, e non aderirò mai a quegl’imbattibili can(on)i d’una società che s’abbellisce dietro una camuffa moderna d’accapponar la pelle più d’una sintetica pelliccia.
Io vivo d’eteree suggestioni, pigliatemi per matto e avrò soddisfatto totalmente il delirio dell’essere mio, a valore contro i valori retrogradi d’una bigotta mentalità da farloc...
Read Moredi Stefano Falotico
Gemito, è questo a farmi soffrire quand’indossi la più stronza minigonna aderente, in bilico tra un tirartela da matti e una sigaretta pulita fra tue labbra candide, mielose giusto un po’ ad attizzarmi, svanisco e vorrei venirti già solo scalzando questa resistenza “pia” ché non prendo sonno, immaginandoti (s)velata in briose luminescenze d’un tuo seno “accennato” d’angelica tentazione, demonio sei, oh mia tentatrice che graviti in me, dai “”volteggi” i tacchi a spillo melodiosi come un sorriso vanesio già frantumato. Ovunque andrai, sarò nella tua anima, e tormentami pure. Addolciremo il nostro Club Silencio lynchiano, addolorati nella foschia lussuriosa di notti “atee”.
Ora, con l(uc)entezza, sfila la gonna e lasciami intravedere un s...
Read MoreRomanticismo e nervi saldi del (suc)cesso che sale…
Muto, incastonato fra pareti della memoria, con una mia voce che si dileggia fra spettri e un cadavere ambulante del mio fantasma...
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