Firmato Stefano Falotico
La più grande storia horror mai raccontata: se stai indigesto a chi ti giudica “diverso”, spezza la normalità presunta e ungila con graffi, unghie, arti(gli), sputi e pugni
Una società sempre più intollerante, boicottante, armeggiano di maldicenze, superstiziosa come poteva essere durante i periodi più bui dell’Inquisizione, ove si bruciavan le donne “indigeste” nel “recluderle” a fiamme di peccati tutti inventati. L’oscurantismo s’è accresciuto e qui io vi narro l’abominio partorito dalla mente dei più orridi dementi, capeggiati da un losco “capobanda” che ne riceverà tante. Vedi? Anzi, senti? Fa anche assonanza e, sonante, va il rumor del tuo tremare già sprofondato. Ascoltami, porgi il palmo della manina… morta sul tuo di pietra cuoricino e “ausculta” come, tensivo, il tuo battito cardiaco, mio “bel” bimbino, sta scuoiandosi di pari cannibalismo. Una lapide mortuaria o sbiancato come il marmo? Ma non eri sempre innamorato? Sì, delle zoccole. Tope limitrofe ai tombini.
Viviamo qui ove le scelte non vengono rispettate.
Tra felsinee torre “svettanti” le borie d’autunnali “splendori”, va la famiglia che può competere col campione più untore. Tutti “dottori”, “laureati” in scibile del serpeggiante sviar il vero tra “farfalline” e bisbetiche da dom(in)are. Ruminano schietti e s’accaniscono contro chi beve dalle fiaschette. A detta loro, è un insipiente, un ubriacone senza parte e dai deboli pantaloni.
Eh sì, lor “signoria” ne ha ben donde ad avercela contro i “vagabondi”, si balocca fra orecchini e “sventole” sullo sventolante “plebiscito” tanto del giudicar più a lor ardir che tal “cattiva erba” sia estirpata. Odiano la plebe, son clericali quanto un cazzo in cul.
Ma non addomesticheranno nessuno, tantomeno me che, dopo esser “murato” vivo da tali vivissimi vili, scardinandoli a fuoco lento ne terrorizzerò di gusto il lor “gustarmi”. Cotto e voi mangiati! Andate a plagiare vostra madre. Ah, scusate. L’avete già fatta?
Maniaci del sospetto, sempre all’erta nel lor tragicomico “imbavagliare” col “lindo” pettorale d’una corazza appunto disarmante, eccoli a ridere e a scherzare, tronfi in piazza e poi a messa nel finto pentimento dopo tanto distruttivo “istruir” di convenzione e circuizioni. A polpette, la patata bollente. Eccoti a fette. E la ciliegina? Altro che torta in faccia!
Che personaggi da circo… degli orrori.
I ribaltatori dei crimini, i “legulei” di cotanto “ingegno”.
Saltimbanchi delle ex s(c)uolette come il “liceo classico” Minghetti, son ora sistemati a panza piena ma perseverano a sbeffeggiare di tracotanze.
Accuse infondate, deduzioni all’acqua di rose come la lor testa annacquata e le “troiette” che innaffiano, presto il dolor avvertiranno nel bagnarsi di merde.
E, se non crollarono, la rovina delle loro “maledizioni” si riverserà lor addosso con tanto di risarcimento e versamenti. Ancora chiamerebbero l’esercito.
Ma voglio rivelar a codesti che varie ambulanze li aspettano.
Non per consegnarli al manicomio ma alla funeraria “cerimonia”.
Comunque, non saran celebrati dai parenti, serpenti come loro.
Se vi stavo antipatico, bastava dirlo e non inventarne di crude…
Perché repentinamente i vostri testicoli saranno vicino ai lumicini… del cimitero?
Certo(sa). Hai indovinato il tuo posto, impostore!
E la storia dov’è? La sanno loro, i morti.
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