di Stefano Falotico
Ferreo è il fascino corvino delle notti brade a balorda “sconcezza” che in me si dimena, scimmiesco principio d’onnipotenza in virenti e nere cornee fra gli alligatori sporchi. Gravitare nel fango, sedersi ed esplodere di rabbia affliggente stavolta loro, i caudini e meschini.
Una punta di diamante, letargico vulcano di furiosa, esplosa vita! Rinsavito!
Arsa la pelle, in gracile flagellarsi, narra della mia peripezia da licantropo nel tocco prelibato d’un luciferino assaggio. E le donne svesto a dissanguato mio aroma di succhiante papilla, nelle toccate e mie ferite, gustative papille oculari e nel gustoso morderle in calibrati palpiti con scaltra, indagante oculatezza ambigua. Sorseggi tu, mora d’amori rinnegati e malinconica, il furore e crepiti in strizzar la gonna armonica nel viverla sul lib(e)rato orgoglio mio mutante, aderendoci al simbiotico. Spaccala e gusta l’entrata di mia salvifica giustizia. Imporre la propria titanica Legge, sfilar il guanto fra tenzoni ché del tuo pianto martirizzarono anche l’ultima singhiozzante goccia. E lustrarsene come un vampiro divoratore, Lestat o bardarmi, “vulnerabile”, dentro un’aristocrazia densa di proprie colpe nella vinta impudicizia di tutti questi bugiardi e vili.
Il detective lupo li ha scovati, l’han redarguito, è cambiato ma li ha puniti. Non li ha discolpati!
Avete allestito merda da spargerci nell’anima, ci avete vivisezionato come bestie ma rimpiangerete tale animalesche vostre tronfiezze. Morirete, avvolti nel solforico, estatico nostro grido adirato e nervoso.
Mai più calmo per farci addolcire dal vostro velenoso sangue.
E verranno altre notti di paura.
Altro orrore a incupir adesso voi nel nostro bravo, lesto, agguerrito concupirvi.
Questo è il cruising.
Frontiera della metamorfosi, dell’avervi visto per come nudi davvero siete nascosti.
Dell’aver anche noi… Peccato per non “allattarci” al vostro lussurioso, osceno “bianco”.
Nella bifronte mutevolezza “sconcia” della vi(s)ta, non vi sarà pace per i morti.
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