Monthly Archives December 2013

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Dracula mangia le carni e ogni esorcismo non può resistere alla sua (r)esistenza da non morto!

di Stefano Falotico

Profezia millenaria del punitore carnale

La mansuetudine in me non abita, vergo liriche ossute di suffragante dissoluzione e, in tal schianto, m’abbarbico a furenti, ardentissimi quieti porti ove onirico bacio i paletti d’avorio ché, a demonizzarmi da vampiro, slabbrati verrete un(i)ti dal mio selvatico, irrefrenabile morso da invincibile licantropo. Sì, mi congiungo giugulare a un agguerrito giammai arreso in tane mie d’una tundra nera, nella Russia che dondol’armoniosa, Lucifero è me a sposa di Mina stuprata da indotto suicidio. E ombre macchiano il mio altero, ateissimo peccarvi, distruggere di nichilismo atroce con rintocchi avidi di sangue...

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Il mio 2014 di augurio di an(n)o, dannato lo sono a te, mio spento

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Di male in vostro peggio, quel che importa è avere “culo”

Introduzione ironica, su calor(i)e del cazzo te lo frego
Tutti a prepararsi per San Silvestro. Ma dove cazzo volete andare se non in culo alle vostre balene quando è il cervello che vi manca? Di mio, posso dire che mi masturberò su qualche canale eroico, suonandomelo di lirica del cavaliere solitario, come Clint Eastwood, pistola in grilletto freddo a scaldarvelo. Anche per quanto concerne l’erotismo onanista, infatti, la mia cerniera apatica non dà di botti/e artificiali. Oramai, credo solo a dormirmela. Fallo sta, che son cazzi. Comunque sia, lo prenderete. Il resto è consolarvi da lamentosi e diete ipocaloriche d’insalata fra acciughe scopate e un origano al posto del vero orgasmo. Fidatevi.
Non c’è speranza né per ...

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Gli auguri di Natale di Clint Eastwood contro ogni cafone sceriffo

Sono cazzi tuoi

Sono cazzi tuoi

di Stefano Falotico

Il “regalo” natalizio di Walt Kowalski, reduce del Vietnam in ozio violento e stizzito dinanzi agli stronzi che la combinaron sconcia ma a cui donerà il vischio delle lor anime avvizzenti

L’alba, orgogliosa e tumefatta già di mio non pentimento, sovrana in alto dardeggiante “scalcia” e io, inorgoglito”, sputacchio “lucente” nel piatto dei ruffiani che sputtano, osservandoli mentre di “goliardia” ribalda s’azzufferanno per donnacce galline da uccellini che le unghie si smaltano su miei “apatici” occhi giammai stanchi, indolenti forse, eppure non in cancrena e presto a incatenarli, scatenando altro pandemonio e punendo il lor recidivo “vizietto” da presto puniti “diavoletti”.

Il prete mi benedice ma io gli auguro una ca...

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Sanguinamento e trasformazione

Attenti al lupo

Attenti al lupo

di Stefano Falotico

Ferreo è il fascino corvino delle notti brade a balorda “sconcezza” che in me si dimena, scimmiesco principio d’onnipotenza in virenti e nere cornee fra gli alligatori sporchi. Gravitare nel fango, sedersi ed esplodere di rabbia affliggente stavolta loro, i caudini e meschini.

Una punta di diamante, letargico vulcano di furiosa, esplosa vita! Rinsavito!

Arsa la pelle, in gracile flagellarsi, narra della mia peripezia da licantropo nel tocco prelibato d’un luciferino assaggio. E le donne svesto a dissanguato mio aroma di succhiante papilla, nelle toccate e mie ferite, gustative papille oculari e nel gustoso morderle in calibrati palpiti con scaltra, indagante oculatezza ambigua...

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Amore è un cimitero, un cervello o un cervo senz’uccello ma con le corna in testa?

Così è!
Angelicata? Sia mai la Maria!

Angelicata? Sia mai la Maria!

di Stefano Falotico

Ella s’intirizzì, il mio cavallo s’imbizzarrì e rizzo fu al lazo preso di vol(t)o arrossito.
Spomp(in)andomi, nel cimitero infilai la mia crucis. E l’ambulanza mi salvò dalla puttana in calore.
Prima che seppellisse il mio cadavere assieme al suo, da an(n)i andato già nella tomba peccaminosa senza romanticismi e mimose, si toccò ove, senza pudore, la mostrò al corteo dei piangenti, vicino ai c(ipr)essi. E la incipriò.

Tornai al cimitero e regalai al becchino un “bocchino” della vedova. Quella era mia moglie.
E questa è una stronzata necrofila ma che sa il “cris(an)t(em)o” suo.

M’apparve infine un cer(v)o, aveva una brutta cera perché anche lui fu trasformato in Bambie dalla gatta morta.
La vita è una (...

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Sesso è amore?

di Stefano Falotico

Io l’amavo, lei forse. Sì, è così.

Ella si spogliò, le calze si tolse e io l’estrassi di forza.

Poi, mi sussurrò “Ti succhio il cazzo in modo placido” e, con gran classe, l’inculai a sangue.

Sesso è amore? Anche questo è scopare. Che vi piaccia o no.

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Sigarette, nobili fumo d’orientale miagolio

di Stefano Falotico

Accigliato, ai bordi di queste case diroccate, “piovono” macerie sul selciato della mia anima. E, fra tante vite permeate di fresche lor libagioni mai stanche, “affilo” il naso nell’aspirazione nervosa che dia un tocco di prelibatezza a tal logorio mio che par di tutti i dì disamorato. Ancorato ad ancor sperare che domani i tramonti sian inebriati, meno spettrali, di tante rinate vite a me ad attraccar per non più nessuno attaccare.

Quella sicumera, quella forza d’urto che mi spingeva, oggi tutte le illusioni son deperite in vimini col disco della mia ernia...

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La penna stilografica

Scrivendo

Scrivendo

di Stefano Falotico

Abbandonata al mio destino misero e gramo, raggrumata nel mio inchiostro schizzante verganti frasi che conia il mio bislacco autore, gemo in tepore gelante.
Crepita, in me, la voglia imbizzarrente di lasciare questa scrivania e bermi le euforie della gente. Animarmi con loro, corrodermi nei loro ghignanti vizi, addensante il brio di una biro amica, mobile ma triste, ci rattrappiamo in questa sfera modesta. Scorgo un corvo che m’adocchia da dietro la finestra, un’ombra civettuola che ha l’ardire di battere le ali a mio tintinnio del Cuor cardiaco in me scosso e pervaso da tali vitali capricci.
Ma sospiro nere lacrime lagnanti e il Tempo, immobile e apatico, mi lustra mentre la gente, che m’usa per sfogar le proprie ansie, delittuosa m’incide a lor crim...

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Rec-conto, eh eh, teatrale, istrionico e bifronte mia spaziosa su sparizione del riapparir da dietro le quinte

Occhi di gatta morta?

Occhi di gatta morta?

I lugubri, suadenti fantasmi del palcoscenico fra “illustri luminari” di spettacolini teatrali “lungimiranti”, a pel di ragno va l’orologeria scandita dei mostri a viso scoperto…

Nel bel mezzo della fosca nebbia d’una città “ubicata” nelle arredate sue pendenti torri, un uomo “nero”, di tanto (s)fregio, ferisce (in)disturbato per dar turbamento al “gran” spettacolo di là prossimo. Bardato nella sua Luna piena, quando scende la sera e tutto il dramma par rasserenato, egli “allarma” o meglio avverte dell’oltraggio ricevuto, “donandosi” a chi, i vigliacchi e fuggitivi, metton in scene oscenissime i propri obbrobri con sibillina acustica della cornetta, e dunque della “esimia” cornuta.
Il “fantasma” senza volto, e d’identità ben c...

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La favola o fava di Batman nel vampiro a sonagli, mai assonnato Travis Bickle lo straniero a mano a(r)mata di malessere

De Niro Scorsese

di Stefano Falotico

La più grande favola “nera” di Natale mai raccontata, secondo la versione ancestrale di Batman il balestriere delle emozioni risorte in grembo dalle sepolte sue macerie, qui scagliate a freccia veloce

Scevro da mielose smancerie e sconcezze varie di tal perduta società allo sba(ra)glio perpetuo, immolo il mio corpo in “immonda” santità divina. E, in questo salmo mio scalmanato, scotennerò il Cuore amatissimo dinanzi alla lussuria vostra sempre più ad affannarsi per altro infranger le tempie del Tempo che, sol di rammaricarvi privi oramai d’amore, creperete assonnati di “tanta” oscurità e già vecchio, opaco lindore che mai fu, dunque non foste, neppure quando io nacqui oltre.

Giungo nei pressi di un’abitazione tinta di “fresco”, “rinomata” di tutto ...

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