0

Il mio bravo, brado, feroce accanimento barbarico da (tana del) lupo contro un cane bigotto che masticò la rudezza dell’osso duro, spellandosi d’indigestione sua famelica!

di Stefano Falotico

Da anni, lo dichiaro a gran voce, senz’alcuna vergogna, denudandomi delle vostre ipocrite foglie di “fighi”, son in lotta agguerrita, cacciatrice, spietata e spericolata, contro una famiglia di pazzi scatenati, che patì quanto ancor patirà la mia ferrea e sferrata, invincibile morsa attanagliante, ad asfissiarli nel muro omertoso del loro esecrabile crimine più efferatamente peccaminoso, l’aver violentemente e “deliberatamente” voluto leder la mia anima, (in)nata d’integrità amante della vita alt(r)a e a lor scagliata (dis)armante ma sempre più inferocita dinanzi al lor crudele, ma mai come me, ribellandomi, così cattivo, avventarmi già prima dopo che il misfatto bianco tal miserabili commisero e per di più poveramente (o)misero appunto, essendo biechi bugiardi della peggior specie (dis)umana mostruosamente carnale.

Sì, rimarco, e perpetrassero ancora, sì, li imploro, il lor marchiarmi ché son ai (co)desti inviso, sì, che continuino ad accerchiarmi per incenerirmi e li polverizzerò di più potente, terrificante, a lor tremolante morsa bestiale. Virando ad altri miei colpi sottili, scardinandoli con intelletto sofisticato e sopraffino stile, a evirazione propedeutica di come abusarono del male delle loro anime da animali con cui, a voler incuneare nell’animo mio puro le scure, suggestionanti, irrazionali paure, al fine, ah ah, sai che inutile finezza, che m’arrendesti e soggiacessi tombale e sacrale nelle menzogne da loro sepolte vive e giaciute, qui, invece nuovamente corazzato, scorrazzando libero, maestoso e da assoluto punitore biblico, incoraggiato da poeti intrepidi che, come me, già soffrissero l’ignoranza irriguardosa di chi desiderò si martirizzassero a lor immagini (s)porche di farsi… piacer tutto il lor dorato, ah ah, orrore nella somiglianza più plagiante il prossimo ché sia demoralizzato, annichilito dal volerlo come a questi (non) piace, qua s’erge vibrante il licantropo a spaventarli, il terrore notturno riscaturito di primigenio impeto ed energia portentosa, qui la Luna invoca la sua vendetta e, morso io, sì, nella brughiera delle loro mentalità inette e annebbiate, afferro i cuori loro di pietra e impugno sagacemente l’ascia di guerra tumefacente.

Perché il mio Dio barbaro preferisce la vita eterea e contemplativa d’eternità, e perennemente morderà i figli della lor carne, delle loro orge e dei loro cannibalistici balli baccanali, di osceno baccano bastarde cene, da belanti loro donne belline a uso, consumo e unzione del porcile che adorano di velli stupranti.

Sì, io punisco gli stupidi, risorgendo dalla macerie di come tanto agognarono il mio calvario da esser ora da me impalati, come Vlad il vampiro, a perpetuo crocefisso ché lo scempio non perdona.

E che il massacro infilzi con più forza, siamo solo all’inizio del vendicare i vostri vizi.

Io sono lupo che perde il pelo, poiché invecchio come ogni creatura ma tanto cadon i miei capelli di Sansone quanto i filistei moriranno a costo che muoia anch’io.

Così sia scritto, così sia fatto!

Parola di Wolfman.

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>