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Villa Clara

Villa Clara

Aleggia lo spettro di una bambina Clara spi(rit)ata

 
Abito in via della Ca’Bianca, nella periferia “nobile” d’una Bologna nebbiosa, avvolta spesso da piogge novembrine che si protraggono sin a estate inoltrata, “tumefacendo” il clima e rattristandolo d’una mesta aria leggera ma fortemente, robustamente temporalesca.

 

A pochi chilometri dalla mia abitazione, immersa nel verde caduco di cipressi ga(gliard)i, esiste una magione maledetta, Villa Clara, ubicata al 449 di Via Zanardi, la stessa via principale che “taglia” di decumana la laterale nella quale risiedo. Limitrofa a Trebbo di Reno, c’è Clara…, e la leggenda narra che fu abitata da un casato patriarcale d’alto rango, ma il padre, alla Shining, non sopportando più le doti di chiaroveggenza della figlia, e spaventatone a morte, la murò viva quand’ella era ancora bimba, quasi in fasce. Alcuni, invece, sostengono che la uccise così terribilmente nella sua adolescenza. Oggi, la gente è impaurita ad avvicinarsi al luogo di tal oscena, non raccontabile perdizione omicida, e chi ha avuto il coraggio di appropinquarsene, dice che ha avvistato il fantasma di Clara piangere e, al contempo, ridere, correre nel giardino antistante alla villa, soprattutto a notte fonda, “meta” prelibata d’alcune passate sette sataniche assetate di sangue d’infante.

 

Or non m’è dato sapere se ciò sia indescrivibilmente vero o sia soltanto la fantasia popolare ad aver creatone il mito, ma fatto sta… che il terrore, al (ri)cor(do) di tal storia maledetta, rabbrividir mi fa in mutande e non so se quanto ascoltato dai can(tor)i mi faccia ridere o piangere dal tremore.

 

La mia voce s’arrochisce e io, scioccato, resto basito e “murato vivo” a paralisi della paura profonda che ancor sento…

 

di Stefano Falotico

 

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