Barba e capelli, grazie, ai pelosi ci penso io, so come tagliarli!
di Stefano Falotico
Credo, sempre più fermamente, che le persone “pazze”, “cretine” e “fuori dai gangheri” siano le migliori, animatamente di dannazione…, non mano nella mano con l’accompagnatrice… “amano” ma son accompagnate a manetta di catene, perché troppo scatenate, spesso “ammanettate” sulla bestemmia inclusa, poi bocca chiusa e taci, previo denuncia degli ipocriti, sboccati solo in casa e sussiegosi col padrone leccandolo per non farsi passare da sbeccati non diligenti che (o)misero il becco nelle facce(nde) di merda, è tal parossismo a farmi… nel culo sull’esser preso nel colmo, più pieno e dunque svuotato di me non si può, è il colpo della strega a convincermene, e questa persuasione sempre più invoca la mia innata, “angelicata” ribellione a briglia sciolta anche di misoginia sadomaso, ottemperanza solo al grido famelico della mia carne contro che due scatole delle scadute ché san solo urlare a Dio che vada in malora, prendendosela contro la scalogna e sognando che i ragazzi, tutti, senz’eccezione salvabile alcuna, finiscan alla gogna in quanto, da pentite ex donne facili dalla lard(os)a e lorda gonna, dopo tante delusioni a rammaricar le lor vagine stanche e ammuffite, prostituitesi per troppi an(n)i quando furon, va detto e andavano tutti dentro, tope (im)pure, oggi si scagliano, previo lavatina di scaglie di sapone ottenuto dalle ossa dei loro ama(n)ti cornuti e poi mazziati, in tal caso ammazzati e “riciclati”, contro la loro malasanità, d’assistite socialmente, per rivendicare il diritto drittissimo dell’asilo nido, cioè quello dell’infante già svezzato di cervello più avanti a fotter chicchessia nel didietro senza scont(r)i che lo tengan agli arresti domiciliari della baby sitter nuda e fradicia, quindi fratricida, di volerlo allattare a suo seno “materno” quanto la chiatta del “bagnasciuga” suo d’accappatoio umido di poppe al vento sformate su pettinatura tinta del riccioluto amar le notti (s)porche da assatanata e al contempo timorata di Dio quando la domenica a messa(lina) va come Maddalena confessandosi al “venire”… del settimo giorno “san(t)o”. Eppur sarà maschio e auguri che tu non possa violentarlo di incesto precoce o peggio di gettarlo nel bidone della tua spazzat(ur)a.
Questo è il mondo di oggi e non sperate appunto di venir alle mani perché mai e poi cambierà il domani. Non prendete a sberle il destino beffardo, farete sol sbellicare sotto i baffi gli uomini “forti” che vi tratteran buffamente e ancor più da puffi, essendo loro i bulli. Eppur, miei “belli”, si balla, inventando mosse che non esistono per far ridere i principi da giullari qual siamo e mai ce ne rammaricheremo, rimboccandoci le maniche per altre troiate d’imboccarvi (s)corretti e si piglia il caffettino correggendolo con qualche scoreggia “sorda” senza far rumore. Mai imboccheremo la strada retta perché sappiam che conduce solo a fottervi, di festini, nel retto più tetro d’un puttanesco destino infetto. Ci aspettano altre inculate se terremo “botta”, a meno che qualcuno non decida sacrosantamente d’impiccarsi e “tagliar la corda”, perché almeno, da strozzato, si risparmierà il penar quel “duro” pene dello strozzino severo nel suo sodomizzato sederino… eh, già, privati anche del pigiama, senza un soldo ma sempre più soli eppur con un bucato calzino, il nostro cazzetto, e non porterà a nulla l’incazzatura, dovremo svendere da omosessuali passivi…, tanto non passerà e le passere andranno solo con i passeggini di chi le ha ingravidate da “uccello” volante nel sen(s)o che prima se la scopò e poi scappò, ficcandole il “mantenimento” di nessun assegno ma tanta popò di ove lei adesso precipitò, in tal via(le) del peccato originale e da allora sempre “benedetto” in modo giudeo-cristiano pur di non ribellarsi, ecco il punt(eruol)o, ed è dovere (im)morale spaccar le regole false del fascismo omertoso.
Per queste e altre ragioni, anche erogene regioni mie di risorgimento orogenetico, asserisco che i pazzi sono (il) meglio. Sono rompi-coglioni! Sono tosti come la roccia. Se incontrano uno che vuole ucciderli, mascherato da (passa)montagna, lanceranno più sassi. Piovono pietre! Finiranno in carcere e saran docce fredde di ne(g)ri dal salame caldo e piccante!
Non accettano le regole di un mondo schifoso e ti (s)batton… altre tegole.
Tenga! Poi, tenetemi (in)fermo!
Ora, fratelli della congrega, mi aspetta il manicomio. Tutto ciò, essendo io il più savio di mente, ché gradivo solo masticar la mia ment(in)a, ha del comico.
Ma è tutta una tragedia.
E spero iddio vi assista quando, sfiniti, finirete peggio di me.
Io vi ho avvertito.
Ora, scusate, tre teppisti devo picchiare perché non amano mi faccia i cazzi miei.
Mi vorrebbero bene se usassi il cazzo a modo loro, cioè stuprando.
Ma non ci sto e combatto.
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