di Stefano Falotico
L’ultima, vendicativa fatica di Sisifo e la punizione esemplare del suo sleeper crollante…
Oh mio dilettevole, “giocondo” e frenetico cacciatore di anime. Siediti in “trono” dell’innocuo Giudizio, ossequia la giuria con un saluto dei tuoi da sorrisetto e “mazzolin di fiori”, beffardamente annuisci un “sincero” giuramento come da tuo impeccabile “stile”, accomodati e di tutta “grazia” ascolta, o meglio “ausculta” la mia arringa, rispondi pacatamente, senz’esser invaso da perplessità o incertezze, tu che mai tremi dirimpetto alla “liceità” legittimissima dei tuoi “amorevoli” atti (s)gradevolissimi.
Tranquillo, non hai nulla di cui temere, solo chi ha scagliato pietre colpevoli, di linciaggio ingiusto, deve cagar sangue, nell’augurio che sia “innocentemente” scagionato. Tu invece sei grande, grosso, “adulto” e vaccinato, soprattutto “esperto” degli sverginamenti e del tuo furbo vizietto da “svezzato”… “ritto”. Quindi, in tal dì, non avendo tu niente da nascondere, sopporta cortesemente questa “pura” formalità, dedicami qualche utile minuto, e sarai liberato presto, non so se d’arresto, di poter ancora sgattaiolare in “corazzato” di chi, oh mio “amore” spaccone, si spaccò dal ridere nel rompere le finestre tue “piacevoli”. Concedimi questo piacere, non sai come mi stai facendo godere, gran “signore”. Per me, è un onore interrogarti. Un regalo che mi stai porgendo… come le guance altrui che sempre ti porgevano il “buffetto” perché tu, “sanamente”, potessi “legalmente” schiaffeggiarle sfacciato e dopo “schiacciarle” d’impuntato impunito. Punendo… Un face to face che ti costerà “soltanto”… qualche (in)disturbato attimo, pochi minutini, “robusto” mio contro il “minuto”. Guarda, in quest’aula, secondo disposizioni “igieniche”, è proibito fumare ma questo è un caso eccezionale e il giudice t’ha d(on)ato in mano una Marlboro. Quando avrai finito di “aspirare”… e avrai spento la “cenere”…, sarà un gioco di cere o di c’eri…?
Fissiamoci negli occhi, tu che incarni la “sincerità”.
Perdona ancora se ti rubo del Tempo… a te così assai prezioso. Non è colpa mia…, sei stato chiamato a testimoniare, arrabbiati col sistema.
Ecco, sbrigheremo subito la faccenda. Però scusami, non sai quanto me ne “duole”, spero che di me tu avrai (com)passione, dovresti replicare alle mie domande senza pensarci troppo. Sai, da fonti certe, son venuto a sapere che sei un “emerito dottore”, perciò deduco che tu sia sveglio di riflessi pronti, dinamico e sempre reattivo, con la parlantina da far “paura” e una dialettica oratoria che potresti intrattenere interi, non so se “integri”, forum per ore e giorni, mesi e an(n)i.
Secondo questo fascicolo, necessito assolutamente di alcune garanzie.
Prima domanda: perché ti divertivi a prendere per il culo una persona? Sono stato volgare con “culo?”. Già, non si addice al tuo (ca)risma. Allora, sarò meno “sgarbato”. Perché prendevi per i fondelli? Come già detto, dobbiamo “darci una mossa”, non biasimarmi se, giocoforza, dovrò (mal)essere tempestivo. Dovresti darmi una risposta veloce, schietta e franca da tre secondi netti. Non ti sfianco mica. Le regole sono queste, dobbiamo attenercene. Fosse per me, avessi inventato io la Legge, staremmo in una tavola “calda” da buoni “amici”. Allora, cosa rispondi?
Interrogato: – Non so a cosa si riferisca.
Avvocato: – A come ferivi una persona a te antipatica. Non dirmi che non la conosci, perché in questa foto siete assieme. Ti do altri tre secondi. Visto che Babbo Natale generoso che sono? Per scioglierti la lingua, perché non offrirti anche lo “zuccherino?”. Avanti! Magnanimità!
Interrogato: – A essere sinceri… cose che capitano. Non ne farei un caso.
Avvocato: – Di questa persona ti turbava tanto la sua “assenza” di un “lavoro” o ti premeva più accanirti sulla sua sessualità, che ti faceva rider da matti a “disamorare”, alludendo d’impotenze e psicopatie da pervertito? Tre secondi, stanno scandendo. Sei “scaldato?”. Scendiamo?
Interrogato: – Avvocato, è la mia ideologia di “vita”. Secondo il mio superbo avviso, chi non lavora non deve “divertirsi”. Quindi, è sacrosanto fargli il popò. Vuole condannarmi per questo? Per quanto dobbiamo portare avanti questa “patetica” pantomima? Io sono un giocherellone, fa parte della “ruota”, gira a mio “farle girare”.
Avvocato: – Sospettavo che fossi “intelligente” ma mi stai stupendo. Sei splendido. Voglio complimentarmi con te. D’altronde, come potevo dubitarne? Sei uscito con ottima votazione da un “Liceo Classico”. Poi, ti sei “laureato” d’altro leccare. Mi avvicinerei a “stringerti”… con un “bacino” ma la prassi giudiziaria obbliga alle (im)parziali distanze.
Ora, come hai potuto constatare, sono state davvero solo un paio… di “mutande”. Scusatemi, è stato un lapsus. Volevo dire un paio di domande.
Non c’è due… appunto, coglione, e qui me ne sbatto il cazzo del comportamento “adeguato” e delle “volgarità”, al massimo mi radieranno dall’albo ma saranno albe oneste, senza la terza definitiva…
Questa persona t’infastidiva a tal punto da obbligarla a una reazione tanto potente e da “fuori di testa” per poi rigirare il crimine e rischiare di bruciarla, denunciandola di questa (il)lecita sua “alzata”, fino ad aver sfiorato che la “tua” persona finisse in un ospedale psichiatrico giudiziario? Tre secondi, ricorda.
Interrogato: – L’ha presa male. “Normali” provocazioni. Non ha retto all’urto. E, appena si è ribellato, ho dovuto prendere i miei “provvedimenti”.
Avvocato: – Certo, capisco. Hai fatto il tuo dovere da “bravo” cittadino. Posso mostrarti, mostro, questa foto?
Interrogato: – Va bene, sono appassionato di “fotografia”. Ho sentito bene? Mi ha definito mostro? Sia messo a Verbale.
Dopo 3 nanosecondi… il nostro comincia, inspiegabilmente, a tremare. Un gigante.
Avvocato: – Stai tremando o sbaglio? Sai, questa foto spunta adesso. L’abbiamo conservata per il tuo “vittorioso” momento. Assomiglia a te quello che sferra un pugno alla “nostra” persona? Una somiglianza da mettere i brividi.
Risale a prima che succedesse il “finimondo”. Mi trovo anche, sempre secondo “regolamento”, a farti… “sentire” questo nastro. Una conversazione telefonica in cui vai davvero “leggero” con le parole. Dopo di che, hai tagliato il “nastro” e volevi “sigillarlo” di “bocca chiusa”.
Scusa, ancora… Non è colpa mia. Adesso, mi devo rivolgere al giudice.
Giudice, procediamo?
Giudice: – Senz’ombra di dubbio.
Interrogato: – Cazzo! Che cosa state facendo? Porco Dio!
Avvocato: – Non bestemmiare! Perdona il mio urlo. Risparmia il “fiato” quando, in cella, ti sgolerai…
Aspetta, in altri tre secondi ti spiego il titolo. Tenetelo fermo, è brevissimo, “per direttissima”.
Sisifo scalò la montagna ma, giunto alla vetta, un maleducato smantellò il suo sacrificio. Questo torturante “processo” durò sette (s)volte. Improvvisamente, ci fu l’inaspettata svolta. Sisifo raggiunse la sommità, e da Cristo spedì all’Inferno il nostro “Diavolo” in caduta “libera”.
Ritorsione? No, prima gli torse il braccio dopo un torto di queste proporzioni, quindi il Diavolo si ruppe non poco… Già, “scivolando” giù dal dirupo, ti va fatta bene se non crepi “in diretta” di nuca “tosta”.
Amen
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