Taxi Driver tagged posts

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Il tassista De Niro vive di (tram)busti e non tran tran(quillanti)

Il piacere lindo di un intellettuale violento la cui adorazione per Bob De Niro risiede in sacre visioni esistenziali del taxi driver a sé più liturgico in detergenza dalla feccia

Afferro il volante, faccio sì che schizzi e inondo la strada del mio corroborarla in libertà asciutta, azionando le marce con indole isterica a strafottenza delle ragazzine che spingo su clacson eccitato del trombarle in sorpasso metodico quanto il puntuale scheggiar le lor fiancate, così, incazzandosi più di come leccan i cazzi pneumatici dei lor ragazzi tamarri, odono soltanto, desolate, la rabbia impotente del mio fenderle sanamente a guarnizione slabbrata d’iroso urlarmi invano quanto le ho futuristicamente inculate meglio dei loro fondoschiena violati...

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La favola o fava di Batman nel vampiro a sonagli, mai assonnato Travis Bickle lo straniero a mano a(r)mata di malessere

De Niro Scorsese

di Stefano Falotico

La più grande favola “nera” di Natale mai raccontata, secondo la versione ancestrale di Batman il balestriere delle emozioni risorte in grembo dalle sepolte sue macerie, qui scagliate a freccia veloce

Scevro da mielose smancerie e sconcezze varie di tal perduta società allo sba(ra)glio perpetuo, immolo il mio corpo in “immonda” santità divina. E, in questo salmo mio scalmanato, scotennerò il Cuore amatissimo dinanzi alla lussuria vostra sempre più ad affannarsi per altro infranger le tempie del Tempo che, sol di rammaricarvi privi oramai d’amore, creperete assonnati di “tanta” oscurità e già vecchio, opaco lindore che mai fu, dunque non foste, neppure quando io nacqui oltre.

Giungo nei pressi di un’abitazione tinta di “fresco”, “rinomata” di tutto ...

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Travis!

Iris!

Iris!

Di come Travis Bickle, man on fire, li ammazzò uno dopo l’altro in uno spettacolo “aberrante”, di vendetta impressionante, marchiandoli a stigmata perpetua

Nel Mondo, nascono subito persone come me che, arrivate alla soglia già molto precoce della soglia percettiva, fermano la coscienza, apparentemente immobilizzandola, per approdare allo sterminio di sé catartico, d’una estrema unzione nel disintegrare la razza storpia dell’umanità sbagliata e sbadigliante, sempre sull’orlo omertoso del confessare le meschinità con ipocrite bugie ma poi mentirle, nel non pentimento di massa.
Dinanzi a un carro armato di profonda “atimia”, non puoi nulla. Quando affila l’arma, lo sterminio li devasta...

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Vendicati!

Scheletro, (D)io odio ogni armadio!

Scheletro, (D)io odio ogni armadio!

di Stefano Falotico

Alveare di revenge, scuoia la calma, sviscera in vene slabbrate, fremiamo in ossessive torture ai mendicanti della nostra anima!

Mattina “altezzosa”, immemorabili squittiscono gli odori carnali recisi, che insistentemente “logoro” di corrosione alta, ateo e giammai ad ammansirmi in tal putrescenza che spolverate sempre con l’impolverarci. Io vi polverizzo. E, dal nero metafisico del mio cervello, grattato, affranto, premuto e torchiato, è esploso Dio il punitore, il barbarico orso delle nevi congelate. In guardia, “bendate” le vostre abitazioni “simpatiche”, inchiostri della verga a vergine che, di spudoratezza, vilipendeste, s’è immolata la furia...

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