La leggenda di Manos de Piedra, detto in inglese “Hands of Stone”, e l’enigma falotico, cioè il bizzarro e fantastico, improvviso, (in)compreso No Más Fight, chiamami De Niro/Ray Arcel…
Quanto leggerete vi sconvolgerà, soprattutto è un monito spaventoso nei confronti di una famiglia ostinata di “legulei” criminali che, sotto la mia potenza, crollerà esangue, a barbarica vendetta innalzata in campione dei pesi “leggeri”, il più grande.
Storico è l’incontro fra il mitico Roberto Durán e il grande Sugar Ray Leonard. Improvvisamente, senza alcuna ragione apparente, Roberto, si siede all’angolo e sussurra il celeberrimo, “raccapricciante”, imperscrutabile Mai più… Da allora, nello sconcerto generale degli astanti, dei suoi aficionado e di tutto il mondo, non solo tifoso di pugilato, tale boxistico bocciolo, memore di reminiscenza di Quarto potere alla Welles, rimane il più impressionante atto di ribellione, credo, della Storia dell’umanità. Durán si ritira, da quel match, a vita privata e nessuno ancora ha mai svelato il mistero di tale appunto ritiro (in)sensato. Quest’anno, un valente, prodigioso regista venezuelano di nome Jonathan Jakubowicz ha deciso di rivelarne l’arcano, come garantisce già d’anteprima del suo nuovo film attesissimo, Hands of Stone. L’attore compatriota Édgar Ramirez, dopo il no fra l’altro del già designato Gael Garcia Bernal, vestirà i “guantoni” di Roberto, affiancato sul ring dal toro scatenato De Niro, un omonimo, dato che Robert è soltanto il nome statunitense dell’internazionale Roberto, appunto.
Una storia che assomiglia pazzescamente alla mia autobiografia, presto nelle migliori librerie. Stefano Falotico, vale a dire il sottoscritto, nato il 13 settembre del 1979, nonostante fervidi e prementi tentativi di “riportarlo” a una dimensione “combattiva” della “realtà” sociale, nonostante la determinata sua ritrosia, allentata per qualche anno di “reinserimento” alla convivenza “normale” affinché eternamente non si alienasse ma tornasse ad allenarsi, ancora è però fermamente sicuro della sua scelta, da sempre ipocritamente combattuta a sua volta dagl’insistenti, falsi “incitamenti” e dall’oppressivo “marchiarlo” soltanto di “vigliaccheria” perché aderisca ai laidi, viscidi indottrinamenti. No, grazie, vermi. Adoro il mio Credo. Questa è la mia storia, chi mi ama, come un devastante pugno allo stomaco, la tenga per sempre impressa nella memoria. Sin dalla mia prima adolescenza, disgustato, oserei dire nauseato dal già mio lungimirante, profetico aver captato la progressiva involuzione della società, protesa, come oggi sappiamo, al turpe e carnale, bestiale e frivolo imborghesimento, mi fermai a riflettere in un istante velocissimo, mi guardai attorno e lasciai (arre)stare… Falotico, nauseato dai suoi coetanei, avidi già guardoni delle sottane, a lor volta sventolanti in puttanesimo svenduto al miglior offerente, cioè il “re” Don King del “maggior dotato”, soprattutto di soldi e scopate truccate, s’abbandona sublime nell’odore delle profonde notti. Al che, la sua indole (in)dolente, da molti accusata erroneamente di esser solo la “stoffa” d’un topo, senza top(p)e, perdente, si plasma in Robert, divinizzando il suo eroico ribelle, senza “pelle”, nudissimo e dunque enorme, di Taxi Driver. Giunto in prossimità dell’età in cui la gente “comune” dimentica (in)coscientemente la bellezza della poesia per mascherarsi nel gioco scannante degli inganni e del “tirarlo” a campare ove il vento fa suonar meglio le “campanelline”, il signor Falotico, all’anagrafe vero Peter Pan, uncina la sua indole da santo missionario, e accetta per un attimo il rientro in (s)cena. Trova una donna, la ama ma presto s’annoia. Nonostante il suo (non) resistergli, all’ennesimo “spronarlo”, Falotico le strappa di nuovo la gonna e le mormora “Gong”. Lei piange, lui ne trova un’altra ma “Non più”. Vilmente tormentato da una famiglia che, per “reindirizzarlo”, credette di fargli del bene, a causa della loro orrenda mancanza di rispetto, sconta cinque anni, assolutamente inutili e peraltro più rafforzanti la sua irremovibile decisione, in cui rischia di esser “buttato al tappeto” di cervello bruciato a vita, sfiorando addirittura l’ospedale psichiatrico più famoso d’Italia. Salvato miracolosamente dai suoi familiari e da un agguerrito avvocato con due palle da toro, ritorna giustamente a vivere come la sua anima desiderò. Ma questa famiglia, soprattutto il figlio, nemesi della visione metafisica del Falotico, continuando a non concepire un’esistenza che per lui non è sinonimo di “godimento”, gli recapita, anonimamente (questo pensa il malfattore perché non si è cautelato di controllare la connessione del modem mobile) una missiva pericolosa… E a quel punto succede(rà) il finimondo. Vi racconto questa per metterli in allarme.
Stasera, come consuetudine, mi reco a un bar di estrema periferia. Oramai, vengo preso di mira da una ragazza sciocca e dal suo fidanzato “cazzuto”…
- Allora, fallito di merda, quand’è che, anziché bere caffè bollenti, a tarda notte, ti deciderai a scremarle, come me, di cappuccino?
Io non faccio una piega né sono in vena di spiegazioni. Mi avvicino alla mia macchina, apro delicatamente la portiera, mi siedo, estraggo dal cruscotto il mio nuovo libro, che a giorni potrete acquistare tutti, “Il cadavere di Dracula”, già fra l’altro disponibile in Kindle. Lo stringo fra le mani, ritorno al bar e ordino discretamente un altro caffè. La coppia si avvicina e ora è lei a provocarmi, ridendo spalleggiata da cotante “palle”, in segno di totale sfottimento. Senza batter ciglio, neppure sfiorandole le sopracciglia, per di più tinte da prostituta di basso bordo, le consegno il mio libro…
- E che dovrei farmene di questa merda? Ah, grazie, grazie davvero. Forse, abbiam finito i fazzoletti, vero caro? Servirà al mio uomo per asciugarsi lo sperma.
Poi, mi allontano e noto di sottecchi che, invece, incuriosita, forse per farsi altre quattro risate, incomincia a sfogliare le prime pagine. Trema convulsamente, il ragazzo preoccupato grida aiuto nel vederla svenire a terra, perché è ora in preda a scossoni terrificanti. Io, sempre con estrema cautela, mi reco nei loro pressi e sussurro No Más.
Morale: con infinita gentilezza, allo stesso modo, avvertii a una famiglia di non rompermi il cazzo ma, se a tal codesti non è bastato cambiar casa e sborsare una marea di soldi per (non) rimediare alla vergogna, spetterà loro una punizione “intoccabile”.
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