Dracula (a)dora l’appuntito codino del canino e carezza il suo lupo di soave cupezza
Metafisicamente, il mio fisico esiste soltanto in una zona scura, più beata di tal moltitudine dalle frivole beatitudini. Altezzoso, attrezzato a mia reggia eretta tra un forte ponte a castello, sorretto da gotiche palizzate e sostenuto dai miei eletti “schiavi”, vivo al di là d’ogni sconcezza “reale”. Torsione lupeggiante e principesca immersa in solitudini dei venti russi amanti.
Soggiogante la “generosa” lucina del dì, gioco a scacchi con Lucifero, porgendogli l’applauso quando vince da baro. Poi, mi rinchiudo nella bara, addentando prima della buonanotte una barretta di cioccolato fino, prodotto dai più certosini buongustai della Transilvania pasticciera. Pasticcio con labbra odoranti sangue nutrito già di sonnambulismo, “penetro” nell’urna e celo i miei occhi mefistofelici alle diurne vostre animalità. Se io son anemico e “patito” di atimia, voi invece “gioite” dei sociali “baciamani” ruffiani, ai quali “inchino” i miei disprezzanti ossequi per (t)ergermi nell’ossario dei miei riflessi(vi) cimiteri.
Mi tuffo nel nero più serpentesco, sfioro la delicatezza dell’incubo a me amato, fortificato, “torturato” e “traviato”, insisto di perversioni “sognanti” Mina nuda a nostro baldacchino feroce. Ad apice del mio sogno la spoglio rabbioso, la fotto “permaloso” se d’unghie graffia il mio dorso e nuota bagnata prima che schizzi… già a primo preliminare. Sì, Mina educai in modo elementare a goder con calma del limonarmi, ad assaggiare quel che “vien” prima dello svenevole amplesso su nostre vene divine e martoriate estatiche.
All’inizio, la mia sposa fu pudica, col trascorrer degli an(n)i divenne p(l)acata al morsicchiarmelo con dovute “lentezze”. Al fin di spremersi sudata in un bagno “idromassaggio”, leccando ogni bollicina dello scopar navigante su onde dalle liquide fermezze. Splendori di nefandezze accoppiate! Dapprincipio, addentava con troppa precipitosità e persin io, che son Dracula, “deperii” dinanzi a tanta esagerata magnificenza della sua figa “imboccata”. Come m’inculava Mina, neanche quella “vacante” delle peggiori prostitute di Mosca.
E fui tante mine vaganti tra tantissimi miei “uccelli” a occhi “chiusi”.
Non resistevo mai e mi domava già “addormentandolo” su sperma precoce d’una euforia repentina e sbottante in mia puttana nello smaltarsi il viso di seminal ingoiare.
L’educazione sessuale impartii a Mina con tanto di lavagna dopo tante mie gastriche “lavande”. Rischiai, causa il suo esagitato, sovreccitata da irreprimibile focosa vagina, che me lo raschiasse a prepuzio “suicidato” come Lei, Lei la sola… “baluginante”, la qual oggi è morta dopo essersi buttata giù dal precipizio per mio dannarmi d’allucinantissima non averla più potuta “lucidare”.
Al che, odiai Dio, Cristo e tutte le (in)crociate, misogino che non si dica mai, maledetto e bestemmiante, accoltellando la sacra “cappella” dell’evirazione mia da questa società ingrata. Tutte vi grattate voi uomini, i più almeno, siete nazisti da graticole e crematori, io scremo di Notte e imbalsamato schiumo la chioma lunga nei detergenti balsami essiccanti e “patibolari” in mandibola scarnificata, a cera livida d’un arruffato stronzo com’esigo sia il mio “carnale” lupo.
Spellato, sradicato, isolato, a punte del puntarvi il dito e infilzarvi nei cuori da me odiati. Bastardi! Basta!
Chiamate pure la Croce Rossa, son nato irredento, me la rido bellamente con la Bellucci, la scopo di netto, le trancio il seno e poi mi ficco nel letto.
Mandandovi a far in culo, anche se Monica ce l’ha, altro che “cenacoli”, come la Madonna, e io non so che “fare”. La “Vergine” m’ha sputato, Dio l’ha “stuprata” d’inseminazione artificiale “dall’alto dei cieli”, fu ingravidata coi Re Magi a donar regali al figlio “adottivo”.
A me questa è sempre sembrata una porcata storica. La gente non capisce appunto un “cazzo”. Celebra felice e contenta il Natale, adorando un’icona messianica di pure invenzioni “evangeliche”. Mah, uomini e donne siete solo che delle mess(alin)e.
Di mio, grido “Oh mio Dio, mi salvi Cristo da questo schifo!”.
Quindi, leggo Hemingway nella mia “grotta” russa, russo e continuo a vivere libero da gingilli, falsi dèi, mitologie consumistiche e consumarvele tutte.
Sì, ho fatto bene a transumare qui alle pendici del Danubio.
Da laggiù in poi la vostra vita è fango. Amo tutt’al più le mie terme e le tenebre di “tenerezza”, mangio le termiti e anche l’autodistruggermi, divorando volteggiante da pipistrello batmaniano le mie connessioni sfasate, “sfarfallate” su voli pindarici, brillanti e bruciate a neuronal Icaro spacc(i)ato.
Se mi deridi, scendo dal castello e ti rendo servo. Ché ti serva di lezione!
Ora, prima di dormire, afferrerò di nuovo Monica Bellucci e Monica se lo “schiafferà” nel culo! Dopo esser venuto “duro”, la schiaffeggerò, gettandola dalla rupe.
Sì, anche questa “lupa” ha rotto le palle!
Ode a Monica Bellucci di Stefano Falotico
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