di Stefano Falotico
Alla psicoterapia, ho sempre preferito la poesia, Dracula e Fuga per la vittoria, io scelgo il mito, io scelgo la foll(i)a che mi acclama, un torbido spirar alla “spirale” delle “spie”
Conosco, al solito, una donna. Le porgo un occhio semi-asciutto in ammiccamento beffardo, forse sotto i baffi d’altre ce(r)n(ier)e delle beffe. E non l’arraffo, sol altro fegato mio “arruffato”, in un richiamo però sempre più appassionato. Spesso non m’arrendo, altre “da solo” m’arrangio. Ma se diventa “solido”, sì, “pene” di contraltare, Dio mi punirà per questi auto-erotismi “bestemmianti”, ma non ho sonno, pace di pece e son-non sono la bestia, lei è bella, eppur alle “pecorine” vostre non belo. E, nonostante “tutto”, son sempre più bello. Anche quando nel girotondo ballo...
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