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Pensieri funambolici

Sensazioni che vibrano sottopelle, “virano” laddove il pianto si fa “esecrabile”, sì, per ancestrali timori di non esser adatto a questo mondo piatto. E, piangendo, “rinsavisci”, tra fatiscenti ricordi mesti che, in circolo vizioso, si mordon la coda, gatto fra le nebbie dei tuo scor(d)ati pensieri, delle l(i)ane del tempo che passa, “fruttivendolo” delle tue agonie, del respiro già caduco, non ancora però caduto, poeta in un’era di sospiri laconici ove s’è smarrita la vi(t)a vera.

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