Category Edgar Allan Poe

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“Masturbazione o delirio, l’importante è vivere, urlarla!” di Stefano Falotico

In passato, fui docile, sempre remissivo, prodigo a farmi ferire e non sferravo contrattacchi. Rimanevo mordicchiato dai caudini assedi, ma nessun rimpianto. Non siamo più amici, non abbiamo nulla da condividere. Tu sei ancor (s)legato a un Mondo che io ho violentemente e volenterosamente appannato, un mondo piccolo piccolo e ricattatorio, ottusissimo come una capra, che non porta rispetto e per di più s’incaponisce, persevera d’abusi sinché uno perde la pazienza e ci potrebbe scappare il morto, la tragedia di chi non batteva ciglio e or fa cigolare la tua porta abbattuta.

No, chiesi di grazia ché tu non mi recassi disturbo ma fosti impuntato, stupido, d’una testardaggine rara a trovarne...

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L’innominabile, che ferì mortalmente e ch’ammazzerò “sensibilmente”, assomiglia in maniera spaventosa a Nanni Moretti di “Bianca”

L’idiota

L’idiota

Una delle peculiarità, che distinguono la mia anima da un comune “intellettuale”, è non asservirmi mai all’intellighenzia.  Bensì essere felicemente autarchico, distaccato dal comune ma lucidissimo in mezzo a tanti esaltati ludici, specie se tempro la mia alterità (s)naturata quando viene, come fu, invasa(ta). Perentoriamente accerchiata, vilipesa, ostracizzata, dileggiata e sempre messa a dure prove per provarmi. Ma, giunto allo scoccar d’un dì a me miracoloso, la tattica osteggiante di costui, mero lestofantissimo e dalla risata d’elefante, rintonò mor(t)ale. Affatto fugace, quella (s)volta, scaltro e imprendibile, cominciai a studiarlo. Ad adottar la stessa strategia del suo ragno...

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Tristezza meditativa

Pietà

di Stefano Falotico

Come ti senti oggi? Stai meglio? No, di merda, quasi alla diarrea.

Non ho voglia di parlare. Sii tu logorroico, riempi le pause della mia (s)figa.
Ma l’ira diluisce, dipana un pensiero vagabondo che presto smalta la mia coscienza svanita, nitrendo io stesso svanisco se è vero che gli occhi racchiudono i dolori, le gioie e le frustrazioni di un anim(istic)o. Mistica rinomanza da primitivo coi graffi(ti) e specchi vanitosi d’una sempre ritrosia, svia, fagocita e soffre, sta male, malissimo, non s’attenuerà l’inquietudine di sentirsi fuori posto, fra ombre che scalfiscon un selciato a tuo rustico Cuore, antico come le pietre intagliate ove il lago dei sogni fu scremato da “lapidi” d’un bianco ucciderle...

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Il Diavolo ti sta osservando

Devil

di Stefano Falotico

L’indemoniato fervore (in)fermo della flagellazione a pandemonio, nessun Purgatorio, ascesi a cuori vostri prima deturpati e poi di pari violenza arsi

Nella mia vita, in questo cammino intrepido e di strada solitaria, accesa a folgori rifulgenti, a chi tentò di placarmi… offrii il mio sorriso canaglia, incastrando i loro neuroni nell’attorcigliare ogni “implacabile” e impietoso incedere e mai arretrare.

L’ostinata protervia di tutti questi miserrimi è qui adesso a macellare quel focoso linciare veloce e vorace. Ché, dal gioco disgustoso del lor spellarmi vivo, risorgente la sorgente punitrice, infiammata al titanico latrarvi e addentar tutta la carne abbrancante, divellerà a fauci falcianti e dilaniarli.

Inversione dello stratagemma “mortificante”, oh mie...

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Dracula è Gioconda

Gioconda

di Stefano Falotico

M’avvolgo in una tempesta emotiva dalle sfumature grigissime, opalescenza meditativa e rannicchiato per altro scricchiolar di nervi “stanchi”, rabbiosi come a Dio sputai in totale, “generosa” ah ah negligenza alle sue vetuste, da me abbattute regole stupide.

Detesto furoreggiante i suoi comandamenti, l’idiozia menzognera che ha permeato questo Mondo “socialmente integrato” quanto poco integerrimo ai valori appena qualcuno li confuta con obiettività dura e pugnacissima.

Schivano e feriscono quelli come noi, nati “diversi”, che ce ne freghiamo bellamente dei loro miserabili “trionfi”, sguazziam ove il Cielo si tinge anche di furor rossastro e furbesco, dentro un fischiettio inaudito, verecondo che porge affronti schietti contro questa derisoria “clemen...

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Siamo tutti Cruising

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Inturgidimenti, rinnovamento e marina neve

di Stefano Falotico

 

 Un crepitar sonnecchiante ai bordi d’una mia “fatiscenza” che ora si specchia, adornerà le ore più adoranti di un vago struggermi anche vano, a svariar fra divari e valli fumanti, tra fiumi in burrasca e ardere denso del “crepacuore” inflitto.

Arroccato qui sul monte, dilapido inesausto la mia mente in astruse congetture, fantasticando ché la vita non è proprio il “tranquillo” sonnellino di tutti questi lesti tanto lestofanti sui “divanetti” da inezie d’un viaggiare in “eleganti” carrozze dal “gran” portamento. Ah ah!

Abbiamo un “adulto” elefante, di malsana proboscide, sta “educando” i suoi figliocci all’amar la bisboccia crassa, ah ah, di tanto “eloquio” fischiettan “contenti” fra bevute alcoliche e un’altra laida alcova...

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Racconto di Stefano Falotico

La cenere di Cheyenne a “(s)cena” della tua cera 

di

Stefano Falotico

Ride bene chi ride ultimo!

La cenere di Cheyenne a “(s)cena” della tua cera

 

Io non scherzerei con un “pagliaccio” come Sean Penn, con un “pazzo” di tal portata, potrebbe combinarti una festa altrettanto “ridente”, lentina di dolenza e poi piangerai pelle tua nuda spellata a lento “raffreddarti”, non ti sparerà, mio “sapientone”, con un silenziatore violento ma gusterà lentissimamente le tue “confessioni” sinché, sul punto di commozione, cerebrale e della tua anima spurgata, “evirata”, ti squaglierai solo e sbranato dal tuo nazista colpevole.

Bisogna perdonare sempre?

Dimenticare gli orrori e far finta appunt(it)o di niente?

No, la vendetta serve e va servita proprio freddissima...

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Racconto tenebroso di Stefano Falotico

Ciao Jack!

Racconto tenebroso del Falotico

Apparente mutamento, mente che cambia, anima (im)mobile che si rinnova

Non è vero che si rimane uguali nel tragitto di questo “viaggio” chiamato vita. Anche s’io abolirei, anzi “aborrirei” tal proprio limitante “viaggio” dal mio “dizionario” dell’anima. Abortiamolo!
“Viaggio”, così come comunemente inteso mi par “crescita per tappe”, per esperienze identiche a tutti, sempre topolini a guidar per la “top(p)a”...

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Il Corvo

“Il Corvo” di Edgar Allan Poe o The Crow di Alex Proyas? Non The Raven con Cusack perché amo falotico delirar da tal racconto a mio Cure, “cura” e di Cor burn! Ah ah, leggete!

Del Poe rispetteremo la perfetta spaziatura e gli “a capo”, così come puristi noi adoriamo le licenze poetiche del sottoscritto che lo giustifica a genio suo, rielaborando di convergenze con Brandon Lee su reborn di “virtuale” rinascita appunto

Il Corvo

Una volta, in una tetra mezzanotte, mentre meditavo, stanco e sconsolato,
su molti strani e astrusi volumi d’obliata sapienza,
mentre, sonnecchiando, già il capo mi si chinava, mi riscosse d’improvviso
un battito leggero,
come d’uno che bussasse sommesso alla porta della mia stanza.
«È un visitatore», borbottai, «che bussa alla por...

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