di Stefano Falotico
L’indemoniato fervore (in)fermo della flagellazione a pandemonio, nessun Purgatorio, ascesi a cuori vostri prima deturpati e poi di pari violenza arsi
Nella mia vita, in questo cammino intrepido e di strada solitaria, accesa a folgori rifulgenti, a chi tentò di placarmi… offrii il mio sorriso canaglia, incastrando i loro neuroni nell’attorcigliare ogni “implacabile” e impietoso incedere e mai arretrare.
L’ostinata protervia di tutti questi miserrimi è qui adesso a macellare quel focoso linciare veloce e vorace. Ché, dal gioco disgustoso del lor spellarmi vivo, risorgente la sorgente punitrice, infiammata al titanico latrarvi e addentar tutta la carne abbrancante, divellerà a fauci falcianti e dilaniarli.
Inversione dello stratagemma “mortificante”, oh mie...
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