Navigami in tal mio sbraitar “sbrindellato”, bucherellami lontano dai lor “buo(n)i”, dai lor buchi ché son solo porci in cerca del tuo “fallo” e dello sbagliarti fallace per leccar falli(mentari) il tuo pisello d’“iella” oceanica nel leccar le passerine a tuo strozzato passerotto in gabbia.
Gatta-buia, in cambusa io rifletto fra gli avvoltoi opacizzanti il mio vi(b)rare lontano dalle squallide lotte inutili dei fratricidi squali guerrafondai e il mio orgoglio, puro, affondanti. Non affogo e, in mezzo a tal isterico trambusto bellico(so) d’uomini-“cannonata”, volteggio in svoltante volto a una vita che ammira i (tra)monti d’oriente, sorvolando lidi eccelsi e mirando il cielo del mio strepitoso, schizzante, fragoroso uccello schiumoso.
Dal leggiadro piumaggio, vol...
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