Category Amleto

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Un fantasma è apparso nel saloon cattivo

Clint, nella sua carrozzeria arrugginita ma secca da Gran Torino, non dimentica la vendetta!

Clint, nella sua carrozzeria arrugginita ma secca da Gran Torino, non dimentica la vendetta!

di Stefano Falotico

Leggende maculate nella pelle di cuoio d’un glaciale, freddissimo Clint Eastwood che, dal profumo innervante torpori alati del suo revenant sconsacrato, sigillò a noi la punizione estrema, la più esemplare…

I corvi gracchiano, i cieli imbruniti son stanotte scolpiti da “balorde” nuvole d’una epica ritorsione.

La malefica crudeltà odo che vendicata sarà. E gemeremo tutti, modellati al comando d’una onnipotenza biblica, ritornata da vetuste stagioni oniriche ch’assediammo per macchiarle con la nostra immonda vanità...

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Nosferatu

Amami!

Amami!

di Stefano Falotico

Presto questo mio scritto comparirà in un libro, forse nella mia versione Necronomicon.

Nosferatu

Un cannibale che viaggia fra generose, sfoglianti follie. E piange le sue mestizie nell’imbrunire della strada. Come la vendetta nel mio nero mantello!

Irsuto, in tendini nervosi, si squamano le agonie, squalo in questa città che poltrisce...

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Io non dimentico! Mi vendico!

Sono William Munny

Sono William Munny

di Stefano Falotico

Io non dimentico, mi vendico!


Il Tempo dell’afflizione mi squamò d’ilarità rabbiosa

Nubi di risentimento, rancore che s’incendia, m’eclisso e svengo, vago in cammini alter(at)i e fervido è il Sole dorato. Pioggia, tu mi lastricasti d’angoscia, mi spensi e in te, mia amata uccisa, trovo il Cuore rinforzato, proprio nell’omicidio che il mostro t’ha perpetrato.

Attrazione, vil danaro che spendi in troie, mio amico che baci lune di te perverso e cannibale. Vivila, sei così che te la godi. Ammazzami, se ti riuscirà, perché il mio fuoco arde ed è pulsione detonante. Non mi fermerai, sono qui ad azzannarti...

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Hamlet

Essere o non essere? Meglio il teschio, bacialo!

Essere o non essere? Meglio il teschio, bacialo!

di Stefano Falotico

L’inverno del nostro “concerto”

Vana è la strada di chi, timorato da Dio, chiede venia perché mi sven(tr)i, resisto basculante in oscillazioni nervose ma tutto il mio casino è (de)generato da una rinomata Natura, anche corporea oltreché fisica, che sradicò il Tempo per innamorarsi nei suoi lembi, lemme lemme e flemmatico arco di tempie contemplanti. Girovago, non mento a chi sono dentro, trascorrono le stagioni e le piogge dell’anima trascolorano, un viavai di “saliscendi”, di sale a pelle in dolcezza eburnea che guarnisce ma, giammai guarito, rido (s)contento. Imbrunita è l’aurora, porgimi un sorriso e increspalo a virtù della più vanitosa mia spina infranta in rose ammaccate dell’animo perso...

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