Quando Cristo pianse, lagrimoso in suoi ricordi incendiati da orrende libagioni di un’anima defraudata e, sensibile a denudazione, schivò la paurosa cena vampiresca…
… adirandosi se, oltre alla carneficina, gli aguzzini anche di sfiancarlo spolparono le sue ossa, rapendogli il profumo sinaptico del suo unico colore, di se stesso variopinto
Fervide, le memorie giaccion ardimentose in questo lago d’altrui obbrobri snervato. Sradicato in tinta fumante del ghiacciarlo dentro sonanti labbra che tacquero a toccarlo in profondità (in)delebile. Violata, già gialla.
Ocra per obbedire e non benedirvi, inutilmente ribelli, agli ordini delle o(r)che belle.
Che belva e beffa è la vita!
Salvami uva, avvinazzami a “orrida” orchidea divina ché, magnetica di floreal magma, mi scopi per landa in lan...
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