Nobile zolfo
Adoro il profumo della mia pelle. La mia pelle che s’accartoccia in sigarette profumate di fantasia. Alle pendici di torpidi vulcani avviluppanti nella nevralgia mia adirata in volto, sbraitante furore misto a languori di mai pace rasserenante.
Qui, tra viventi spaventapasseri dalle lugubri maschere carnali, la poesia è svanita, sepolta da un cumulo di tronfie sconcezze. E, ove la noia regna sovrana, è riscaturito il principe fastoso della sua malinconia risorta. In gloria atea, combattiva gli obbrobri che una società caudina sta perpetrando con acuminate e sempre più sfregianti risa stolte.
Io, il principe, che m’aggrappai lungo i monti delle crepe alla mia consacrata anima contemplativa...
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