di Stefano Falotico
Abbandonata al mio destino misero e gramo, raggrumata nel mio inchiostro schizzante verganti frasi che conia il mio bislacco autore, gemo in tepore gelante.
Crepita, in me, la voglia imbizzarrente di lasciare questa scrivania e bermi le euforie della gente. Animarmi con loro, corrodermi nei loro ghignanti vizi, addensante il brio di una biro amica, mobile ma triste, ci rattrappiamo in questa sfera modesta. Scorgo un corvo che m’adocchia da dietro la finestra, un’ombra civettuola che ha l’ardire di battere le ali a mio tintinnio del Cuor cardiaco in me scosso e pervaso da tali vitali capricci.
Ma sospiro nere lacrime lagnanti e il Tempo, immobile e apatico, mi lustra mentre la gente, che m’usa per sfogar le proprie ansie, delittuosa m’incide a lor crim...
Recent Comments