di Stefano Falotico
Fine dell’erotismo puro
Ricordo la malinconia che mi possedeva romantica, aromatizzante strati densi di palpebre mie stesse arrossate e di come, cerbiatto d’ancora incurabile fanciullezza, declinai a memoria le reminiscenze di un periodo irripetibile, una mia gioventù scafata, mai scaltra e da “fringuello”, cazzone stronzo perché m’inculavo, a tambur battente, da solo, masochisticamente.
Fottuto nel masticarmeli. Sì, di come il tabacco schiacciai in cocco affumicato, stufato, stanco, incazzato, appollaiato ove il cuculo già nidificò in mio volar nudo di tutti pugni a tutti, prima delle “lobotomie frontali”, di come ne avrei prese e date, si chiaman batoste, e lo ribadisco tosto.
Di come, a un Festival di Venezia, di cui non rammemoro quante ...
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