di Stefano Falotico
La torva Luna d’un balletto con Satana che, angosciato dai pleniluni delle sue fiamme romantiche, lustrò le lapidi dei cimiteri per riesumare Lucifero che io fui nell’ero(e) tetro e brama di nostri feretri
La bianca magia d’un racconto opaco dai contorni grigi su voce del narratore Zanna Nera, errante in racconti vagabondi, assieme all’angelo ribelle del Dio che l’originò ma non in ginocchio lo piegò
Fratelli della congrega, qui a me in asservimento ludico del mio (ar)dire.
Vi narro, narrai già in altre (re)incarnate epoche mai dai pochi ricordi eppur scordate in dimenticate oggi vocali corde affievolite, stonate e in tono a vostre tonache, il qui mio canto del narrerò, perché fummo, fumeremo, sfumammo, io seppi(a) e tu saprai, salper...
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