Spar(t)izione
Luna metallica, acquetati nella speranza mia, forse effimera, di poter toccare un giorno le vette della felicità, per ora preclusami dall’“avaria” d’un tempo instabile, non ador(n)andomi e indomato.
Spar(g)ente sangue su questa “lacustre” vanità terrestre, giocondo, arrido di “(mala)voglia” alla caducità della vita, squinternato ectoplasma del non esser divenuto uomo, giammai lo sarò, qui ché, rammaricato dalle vostre dissoluzioni, non assolvendovi, son sempre più dissolto, neanche pelle e ossa, rabbrividente in un involucro che maschera persin la mia cera, mentre gli “idioti” saltimbanchi imbandiscono balli e canti, non tanto candidi...
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