di Stefano Falotico
Ode alla nitida cupezza, oh, brezze, sospiratemi languide carezze a libagione dei miei fervidi brusii iridescenti del cuore, e anima rapisciti altrove!
Non so, in molti tentarono di cambiarmi, di cannibalizzarmi, di distorcere la mia vista affinché al tedio loro, camuffato in risate brillanti, ah ah, m’attenessi, soggiacessi, soggiogatissimo, al vile consumismo della carne avvinto, prodigo e mansueto, ah ah, ai loro programmi scoppiettanti, costernato ohibò, mi piegassi, ah ah, portatori solo di ansia, di lotta isterica, di mio nauseabondo ridervi a gracchiare la loro frenetica frivolezza...
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