Danze di morte, adorazione del macabro, vers(ett)i angelici e (a)mari della mia mente diabolica a sospiri ballerini d’una onirica trascendenza funerea quanto viv(id)a
di Stefano Falotico
Partiamo col dire che odio l’Italia. Sì, adoro solo i suoi scorci rustici, i ruderi che dagli arbusti intravedo nei miei spericolati “pellegrinaggi” in macchina, quando di testacoda sbando di fantasia colorante un arcobaleno abissale per illuminare una triste umanità scolorita. L’Italia non è tetra solo quando svetta nei suoi castelli abruzzesi, sulle torri emiliane che ti guardan dall’alto in basso, ti squadrano affinché tu possa cambiar visione della vita e, prospetticamente, (sopra)elevarti come un menefreghista Orson Welles de Il terzo uomo, uno stronzo dal cuore di pietra solo per chi ...
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